La vita sociale e scolastica di Robert Black non è brillante, uno dei principali motivi per il quale è spesso vittima di episodi di bullismo e di derisione è il suo cattivo odore, Robert non ama lavarsi, non lo fa mai e questo gli fa guadagnare il soprannome di “Smelly Robert Tulip” ( Robert Tulip il puzzone); il decadimento precoce e i problemi di natura psichica trovano il loro culmine quando Robert a seguito della morte dei genitori adottivi viene rinchiuso in un orfanotrofio di Falkirk: il Redding’s Children Home. Qui Black commette il primo reato sessuale, tenta di violentare una bambina con la complicità di due compagni, ma nessuno dei tre riesce a penetrare la vittima. Il suo gesto gli costa il trasferimento al Red House di Musselburgh, un collegio per soli maschi, qui Robert verrà abusato ripetutamente da un custode che presta servizio nella struttura.
La vita del serial killer va avanti nello squallore e nella delirante ricerca di ragazzine, Black confesserà poi di averne molestate a decine nel corso degli anni; la prima vera vittima accertata Black la miete nel 1964, quando incontra per strada una bimba di sette anni, in qualche modo la convince a seguirlo in un luogo appartato, dove la prende per il collo e stringe fino a farla svenire, la spoglia e si masturba sopra di lei, il mostro crede che la piccola sia morta e se ne va lasciando il suo corpo per terra, ma la bambina si riprende e fugge, la sua testimonianza fa poi arrestare Black, che se la cava con una semplice ammonizione del giudice. Robert Black si trasferisce per l’ennesima volta e nella nuova città ( Grangemouth) conosce Pamela Hodgson, il killer inizia una relazione intima con la donna, che durerà però soli pochi mesi, Pamela lo lascia e Robert ne risente a livello psichico. Da qui inizia a molestare pesantemente varie bambine e finisce in riformatorio. Scontata la pena di un anno Black si sposta a Londra, dove nel 1981 uccide per la prima volta; precisamente il 12 agosto, Black rapisce violenta e uccide Jennifer Cardy che ha solo nove anni; il suo corpo straziato viene trovato dopo circa una settimana a 26 km di distanza da dove la bimba viveva; l’autopsia rivela che è morta per annegamento e che è stata ripetutamente violentata in modo brutale sia da viva che da morta. In seguito le indagini tardive rivelano che Robert Black uccide sempre in modo diverso dopo aver stordito la vittima, colpendola al volto e alla testa, il metodo preferenziale pare essere il soffocamento, indotto con l’acqua o a mani nude. Le pratiche sui cadaveri sono di natura “esplorativa” il mostro vuole capire come è fatta e quanto può essere ampia la vagina femminile nelle bambine, per questo utilizza principalmente oggetti di varia misura.
Un anno dopo purtroppo tocca a un’altra bambina finire nelle mani del serial killer; è il 30 luglio 1982, Black rapisce Susan Maxwell, di 11 anni; il mostro preleva la bimba nella zona di Cornhill on Tweed, il corpo di Susan viene ritrovato dopo oltre 15 giorni a 425 km a sud dal luogo della scomparsa, le autorità competenti non riescono a stabilire le cause della morte perchè il cadavere è in uno stadio di decomposizione troppo avanzato, fa supporre la violenza sessuale solo la mancanza delle mutandine sul corpo della piccola. La grande ridondanza degli omicidi porta un cittadino a testimoniare di aver visto la piccola Susan a bordo di una Triumph marrone, questo elemento sarà molto importante per il futuro arresto del serial killer. Passa un altro anno, la follia di Black si manifesta a intervalli regolari e tragicamente puntuale infatti l’8 luglio 1983: Caroline Hogg, di soli 5 anni viene rapita, abusata, torturata e uccisa dal mostro; la piccola viene adescata e rapita nei pressi della frazione di Portobello a Edimburgo, in Scozia; il suo corpo straziato e violato completamente nudo viene rinvenuto a 500 km di distanza da dove Caroline è sparita, l’autopsia svela dettagli raccapriccianti: la piccola ha profonde e gravi lesioni interne, Black ha abusato di lei con strumenti e oggetti senza nessuna pietà.