Richard Trenton Chase è annoverato nel macabro elenco degli assassini seriali, benchè le sue vittime accertate siano solo sei, un numero di delitti “esiguo” se confrontato con altri “mostri”  seriali;  nonostante questo però, la ferocia delle sue azioni gli ha fruttato il titolo di “Vampiro di Sacramento”. La furia omicida di Chase si scatena tra dicembre del 1977 e gennaio del 1978, un anno di follia per il ” vampiro”,  che covava dentro di sè la passione e la necessità di uccidere fin da ragazzino e che a quell’epoca ha poco meno di trent’anni. Infatti Richard già dall’infanzia manifesta i sintomi di una pericolosa patologia chiamata “La triade di Macdonald” ovvero un mix di enuresi, piromania e zoosadismo. Il contesto famigliare nel quale il giovane Richard cresce amplifica le sue manie omicide, il padre e la madre di Chase sono violenti e maniaci della disciplina ferrea che impartiscono con punizioni corporali dolorose, e senza dubbio portano la mente del figlio a torbide deviazioni.

Chase mette fine al rapporto controverso e diabolico con la propria famiglia trasferendosi in un altro appartamento, ma la sua  schizofrenia è ormai accertata, dopo vari ricoveri ospedalieri per farneticanti patologie, gli viene diagnosticata anche la sindrome di Reinfeld. Chase ormai libero dalla presenza dei famigliari si abbandona alle sue orripilanti pratiche, squartando e bevendo il sangue di conigli e altri animali, finisce nuovamente in ospedale per gravi intossicazioni ma questo non lo ferma. La sua escalation di sete di sangue ha il suo picco nefasto con la prima vittima umana: Ambrose Griffin un ingegnere 51enne che il mostro uccide a fucilate; ma su questo primo cadavere non infierisce, nei giorni a seguire gironzola tra le case della zona, si introduce in alcune di esse a caccia di vittime, ma spesso viene scoperto, come reazione mette a soqquadro gli appartamenti e urina o defeca nei cassetti.  Questo modus operandi verrà poi classificato come “assassino seriale disorganizzato” .

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