Nel 1985 la sua attenzione era rivolta però a Judith Mawson che, come da copione, divenne la sua terza moglie. Più tardi la stessa donna dichiarò di aver notato che il marito uscisse spesso specie per il suo tempo libero e questo portò all’ipotesi, da parte degli inquirenti, che Gary commettesse omicidi anche il quel periodo. Ciò nonostante lo stesso assassino del Green River ebbe a confermare che il suo matrimonio con Judith fosse felice, al punto da rallentare la sua attività omicidiaria. Judith Mawson non sospettò mai del marito e non lo fece anche perché non conosceva la storia del Green River Killer: non seguiva i notiziari e non era interessata alla cronaca locale.
La donna divorziò quando venne letteralmente travolta dalla scoperta di chi fosse quell’uomo.
Green River Killer
Le vittime predilette del Green River Killer erano prostitute quasi tutte raccolte lungo la Pacific Highway South, alcune anche giovanissime, appena 15enni. Agiva in un modus operandi preciso: le caricava sul suo pick up per una prestazione sessuale, mostrava loro la foto del piccolo Matthew per indurle a ritenerlo innocuo e un uomo come tanti. Poi, una volta appartati, si trasferivano nel retro del veicolo dove consumavano rapporti sessuali come da richiesta, finendo con lo strangolarle con un laccio. In alcuni passaggi degli esami autoptici eseguiti sui diversi corpi rinvenuti si legge che, il laccio, veniva stretto intorno al collo della vittima con una tale forza da lacerare e penetrare le carni.
Nel tempo, come prevedibile, l’istinto predatore di Gary si affinò al punto da sentirsi libero di uccidere in casa propria le sue vittime.
In una di queste occasioni, la prostituta strangolata perse il controllo del suo corpo al momento della morte e urinò; a Gary Ridgway dette talmente tanto fastidio che da quel momento chiedeva alle donne di urinare nel suo bagno prima di farci sesso e ucciderle.
Cominciò a prestare attenzione ai dettagli come tagliare cortissime le unghie dei cadaveri per evitare che venissero rinvenute tracce riconducibili a lui. Inoltre allargò i suoi orizzonti di morte: il Green River Killer comincio a stuprare regolarmente i cadaveri, poi li abbandonava in zone boschive facendo attenzione che fossero lontane dal centro cittadino. Purtroppo però Gary non resisteva al richiamo e finì con il tornare più e più volte nei luoghi dove aveva abbandonato i corpi, oramai in fase di decomposizione dei tessuti, e farci sesso ancora.
Naturalmente non era certo cosa semplice fare sesso con un cadavere in avanzato stato di decomposizione e così, nel tentativo di arginare l’odore di putrefazione che si portava addosso, l’ assassino pensò di creare una lozione che, a suo dire, aveva addirittura proprietà antisettiche: una composizione ottenuta dalla miscela di alcool e Aqua Velva.
Ridgway, per sua stessa ammissione, divenne ossessionato dalla necrofilia e provò ad arginare l’impatto devastante che tale pratica gli procurava, in quanto a piacere, ricorrendo ad alcuni escamotage come abbandonare i corpi in luoghi sempre più lontani rispetto alla sua zona, o seppellendoli nel tentativo di far desistere il suo stesso istinto. A ben poco servirono i suoi tentativi perché l’assassino del Green River continuava a tornare in cerca dei corpi delle sue vittime e a fare sesso con i poveri resti in decomposizione.
Egli stesso precisò che il tentativo di controllare il bisogno di praticare sesso con i resti delle sue vittime nascondeva in realtà anche il desiderio che provò di sperimentare il cannibalismo: Ridgway confessò infatti di averci pensato e di essersi avvicinato a cibarsi di ciò che restava di quelle donne. Come confessò la fantasia di impalare una prostituta, come un macabro trofeo in mezzo ai boschi. Cosa davvero lo portò a desistere non è dato sapere; resta che non mise mai in pratica queste due precise fantasie.