Perché abbiamo definito questo episodio come verosimile? Perché non vi è alcun documento che provi l’esistenza di un fratello maggiore di nome Stepan.
Compiuti i 19 anni Andrei verrà chiamato a prestare servizio militare e cominciò così il suo incubo, etichettato come omosessuale arriverà a denunciare violenze sessuali. Nel 1960 lascerà la divisa e in questo periodo si colloca l’ennesima delusione: Chikatilo fallirà la sua prestazione sessuale con una ragazza che deriderà la mancata erezione anche con gli amici, consegnandolo definitivamente nel limbo degli impotenti.
La ridicolizzazione della sua sessualità ritornerà come tema portante anche negli anni successivi: respinto all’Università di Mosca troverà impiego in un centralino di Rostov, schivo e refrattario ai rapporti umani con i colleghi, subirà il suo ennesimo rifiuto quando verrà scoperto a masturbarsi furiosamente anche nel luogo di lavoro, nel tentativo di placare il suo istinto famelico.
Nel 1963 Andrei Chikatilo conobbe Feodosia, presentata dalla sorella, che diventerà sua moglie e, nonostante le difficoltà sessuali che la donna rilevò sin dalla prima notte di nozze, nasceranno due figli, Lyudmil (1965) e Yuri (1967).
Il Mostro di Rostov prende forma
Nonostante il suo insuccesso iniziale, riuscirà a prendere una laurea per corrispondenza in Letteratura Russa presso la Libera Università di Arte di Rostov, e nel 1971 comincia la sua nuova vita da insegnante. E la sua escalation come molestatore prima e assassino più tardi.
Anche come docente Chikatilo non troverà accoglienza, gli studenti lo prendono in giro, lo denigrano e se questo è un atteggiamento che si verifica spesso nel rapporto fra i ragazzi e i docenti, per Chikatilo segnerà il passo.
Nel 1974 circa, durante una lezione di educazione fisica in piscina, Andrei afferra improvvisamente una delle ragazze e comincia a palpeggiarla ovunque e soffermandosi in carezze spinte, si fermerà alle urla della ragazza che attireranno l’attenzione dei presenti.
Solo due settimane più tardi però, Chikatilo tratterrà oltre l’orario scolastico una studentessa. La picchierà con un righello e in quel momento preciso l’assassino avrà un orgasmo spontaneo, eiaculandosi nei pantaloni. La ragazza denuncerà l’episodio e Andrei Chikatilo lascerà quell’istituto, per entrare in un altro ancora, nel quale la sua fama negativa e dubbia troverà dimostrazione in un tentativo di rapporto orale su un ragazzo che stava dormendo.
Questo è considerabile come il preludio all’escalation che trasformerà un uomo anonimo, borghese, apparentemente inserito nella società di allora, attivo membro del partito comunista, padre amorevolissimo e molto presente per la sua famiglia, nell’assassino cannibale che passò alla storia della criminologia.