Perché il nome O.J. Simpson è legato inesorabilmente all’assassinio della ex moglie Nicole Brown e dell’amico, cameriere, Ronald Lyle Goldman.
Ed è forse questa la macchia più rilevante nell’esistenza di quest’uomo e, forse, per i più è anche storia passata, ma vale la pena sicuramente ripercorrere quel sentiero che ha visto Simpson immune dalla giustizia, quella stessa giustizia che poi ha calato la scure per un furto con scasso.
O.J. Simpson e Nicole Brown si sposarono nel febbraio del 1985; la coppia avrà due figli, la prima bimba nell’ottobre dello stesso anno, Brooke Sydney Simpson e nel 1988 arriva il fratellino, Justin Ryan Simpson.
L’anno successivo arriva la prima denuncia da parte della moglie per violenze coniugali. E quel matrimonio, durato sette anni, vedrà la sua fine con la richiesta di divorzio della donna, nel febbraio del 1992, che ricorrerà alla motivazione di “differenze inconciliabili“.
Il tragico epilogo di una storia che, apparentemente poteva sembrare simile a molte altre, lo si ha la notte del 13 giugno 1994, due anni più tardi, quando passata la mezzanotte da pochi minuti i cadaveri di Nicole e del 25enne Ronald Lyle Goldman, vengono rinvenuti appena fuori dall’abitazione della donna, all’875 di South Bundy Drive, Brentwood.
La ricostruzione dell’accaduto fissa momenti e dinamiche ben precise. Infatti ne emerse che quella stessa sera Nicole cenò con la madre in un ristorante poco distante dall’abitazione, il Mezzaluna, e rincasando la donna si accorse che la madre di Nicole aveva scordato i suoi occhiali da sole sul tavolo del locale. Il cameriere Ronald Goldman, avendoli ritrovati si offrì di riconsegnarli alla signora personalmente, recandosi così in quello che diventerà il luogo della sua morte.
Luogo della morte che coincise con quello del ritrovamento dei cadaveri, permettendo alle indagini di sfruttare uno scenario più ricco di informazioni utili a seguire la pista per eccellenza, quella che prescinde da sistemi deduttivi di indagine.