Nel successivo settembre del 2007 Simpson viene accusato nuovamente, questa volta di furto con scasso, in correità con quattro suoi amici, ai danni di un albergo a Las Vegas dal quale sottrasse cimeli che egli indicava come suoi e come precedentemente sottratti allo stesso.
Nel gennaio dell’anno successivo, quindi 2008, O.J. Simpson rientra in carcere a Las Vegas per la scadenza dei termini di libertà su cauzione.

Nove mesi più tardi, in ottobre 2008, la giuria lo riconosce come colpevole di furto con scasso e sequestro di persona per l’irruzione nella camera d’albergo.
A inchiodare O.J. Simpson alle sue responsabilità è la collaborazione di uno dei suoi complici che, alla polizia, ammetterà di aver introdotto un’arma con la quale intimare la riconsegna di quelli che Simpson riteneva fossero oggetti di sua proprietà. Una registrazione in particolare è possibile riconoscere la voce dell’imputato O.J. Simpson pronunciare la frase “Nessuno si muova o si farà male” poi, una volta raggiunta l’uscita, aggiungerà rivolto al complice “Non l’avrai mica tirata fuori?
Il 5 dicembre del 2008 O.J, Simpson viene condannato alla pena di 33 anni da scontare a Loverlock Correctional Center.
Come anticipato in apertura, il detenuto Simpson esce la sera del 1 ottobre 2017 e dovrà ancora scontare gli anni di libertà vigilata.

Naturalmente a questo punto della sua storia si potrebbero trarre una miriade di conclusioni e, verosimilmente, conterrebbero anche buona parte della verità.

Ma O.J. Simpson è un nome con una sua storia implicita importante, perché non si può pensare a quest’uomo soffermandosi sui successi sportivi o cinematografici o, addirittura, sulle sue vicende giudiziarie senza che alla memoria non torni prepotentemente al processo penale che ha spaccato in due l’opinione pubblica americana e non solo.

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