Monsignor Tomasi si dichiara soddisfatto almeno dall’emergere di quanto sta accadendo, queste le sue parole: “Sta finalmente emergendo all’attenzione e alla coscienza del mondo il fenomeno dello stupro continuato e sistematico a cui sono sottoposti donne e bambini migranti, sia nel lungo e pericoloso attraversamento dell’Africa che nei campi dove aspettano di partire, nel corso dei terribili viaggi sui barconi”.
Fanno eco le parole della storica Lucetta Scaraffia quando punta il dito su quello che lei, a ragione, ritiene essere un problema legato all’aspetto giuridico con un’inadeguata risposta , nonché alla mancata protezione verso queste migranti vittime di stupro. Interessante l’aspetto con cui Scaraffia conclude il suo intervento: “difficilmente parlano poichè troppo spesso sono indotte dalla società a ritenere di essere non vittime ma quasi colpevoli”.
Senza ombra di dubbio alcuno, la situazione degenere che si riversa su queste donne è condannabile. In uno stato di diritto, quale ci pregiamo di voler apparire, non può e non deve passare un messaggio di tipo pressappochista dinnanzi agli orrori che una donna, sia essa nera, bianca, di qualsiasi etnia o a qualsiasi religione appartenga, si vede costretta a subire.
Il Vaticano, attraverso i suoi portavoce e le sue iniziative, come questo incontro , ha espresso una posizione netta, atta a sollevare il velo dell’ipocrisia e dell’indifferenza.
E quando la vittima appartiene invece al popolo che accoglie?
Potrebbe sembrare mera provocazione, verosimilmente fine a se stessa. Ma in onore a quanto appena affermato circa l’importanza di condannare fortemente lo stupro prescindendo da chi sia la vittima, dal suo colore della pelle e dalla sua etnia come dalla sua religione, è bene puntare i riflettori su una realtà che viaggia parallela a quella denunciata dal Vaticano.
Perché i numeri dovranno pur avere un loro peso…
Uno fra i primi ad affrontare la questione legata i numeri della violenza sessuale, in Italia, lo scorso 28 agosto 2017, è Stefano Zurlo, ne “Il Giornale”, dove riporta i risultati di un’indagine Demoskopika fissata sulla base dei dati in possesso al Viminale.
Emerge, per esempio, come nei 5 anni che comprendo il periodo dal 2010 al 2014, il 39% delle violenze sessuali nel nostro territorio è stato compiuto da stranieri.
E’ necessario considerare però che nel 2014 , la presenza di extracomunitari nel territorio italiano si aggirava all’8,1% .
A correre ai ripari ci pensa immediatamente il Ministero degli Interni, in una nota all’ AdnKronos, emessa il successivo 29 agosto 2017 (quindi il giorno seguente) dove aggiusta il tiro e spiega come, nel 2016, i reati di questa tipologia contro le donne compiuti però da italiani siano aumentati e fissa i dati a 1.534 casi nel 2016, appunto, contro i 1.474 casi rilevati nel precedente anno 2015.