Asia Argento, come anticipato, rilascia un’intervista al magazine New Yorker, circa la violenza sessuale cui è stata sottoposta da parte del produttore cinematografico Weinstein, nella quale fornisce la sua personale spiegazione sul silenzio che ne è seguito. La donna rivela, appunto, come il timore che un suo rifiuto le potesse rovinare la carriera come attrice ad Hollywood, forte della considerazione che il produttore fosse un uomo tanto potente quanto influente.
Per meglio collocare la figura di Harvey Weinstein va tenuto conto che è considerato uno dei maggiori sostenitori finanziari del partito democratico. Weinstein finanziò la campagna elettorale di Barak Obama (con il quale conservò a lungo un’amichevole frequentazione che coinvolse anche l’ex First Lady, Michelle Obama) e, non da meno, sostenne economicamente anche la campagna di Hillary Clinton in corsa per le presidenziali.
Weistein è un uomo, come si suol dire, con le mani in pasta ovunque: perfetto rappresentante del progressismo ambito dallo star system, sfila per protestare contro le guerre sostenute da Bush, consegnandosi però alla macchia in quelle di Obama; sostiene e organizza le crociate e le manifestazioni globali contro Donald Trump predicando strenuamente l’amore verso l’immigrato… peccato sbagliasse location visto che lo faceva sfilando sui meravigliosi viali costeggiati dalle più lussuose ville di Beverly Hills.
Insomma, Weinstein è un produttore cinematografico indiscutibilmente impareggiabile, il “Re di Hollywood” veniva chiamato; è un uomo tentacolare, infilato nella politica più di quanto si potesse immaginare, dalle posizioni di comodo e da un’ipocrisia di fondo difficile da mascherare. Inoltre, altrettanto indiscutibilmente, è un molestatore seriale che sfrutta la sua posizione e il potere di cui gode in più àmbiti diversi, per piegare le donne al suo appetito sessuale insano