A Roma, Michele Apicella conduce una vita assai grama, barcamenandosi tra frustranti relazioni amorose, vaghe velleità artistiche e amici più depressi di lui.
Uscito quasi di nascosto a Roma nel marzo 1978, “Ecce Bombo” era (è) il secondo film di un giovane regista trapiantato nella Capitale, che aveva rimediato un discreto successo nei cinema border-line con il suo primo lungometraggio, dal programmatico titolo “Io sono un autarchico”. La vena anarcoide e antieroica fino al parossismo di Nanni Moretti avrà modo di affinarsi nel tempo, ma è addirittura brutale la decisione con cui Moretti prende le distanze dal cinema italiano dell’epoca, denudandone il pressappochismo e i luoghi comuni e spingendosi persino – quale scandalo – in una delle scene più divertenti del film alla denigrazione diretta di un mito come Alberto Sordi, icona di quella romanità ch’egli detesta cordialmente.
Il film ha mantenuto quasi intatta la sua forza nel corso di trent’anni, fino a diventare un simbolo probabilmente immortale dell’apatica immobilità di questo Paese, in cui anche le “nuove generazioni” periodicamente invocate non riescono a sottrarsi alla pigrizia e al qualunquismo. Moretti aveva ben compreso che la commedia grottesca è l’unico modo digeribile per trattare un argomento difficile come il vuoto pneumatico di un popolo; “Ecce Bombo” contiene alcuni peccati di gioventù ma in questo film si ritrovano i semi, lo scheletro di una poetica ancora grezza, selvaggia e arrogante ma di formidabile spirito innovativo che negli anni ’80, apogeo della stupidità italiana, arriverà ai massimi livelli.
Nanni Moretti, 1978
Recensione di Giuseppe Pastore
http://cinema-scope.org/2007/08/29/ecce-bombo-nanni-moretti-1978/