Un miliardario russo, incarica un avventuriero americano di indagare sul proprio passato e scoprire chi era in precedenza e qual è stata l’origine della propria ricchezza.
Classico esempio del cinema mattatore di Orson Welles, qui in uno dei ruoli che più si sono confatti al suo barocco gigantismo: Gregory Arkadin è un personaggio shakespeariano e titanico, interpretato con quel suo celebre temperato istrionismo, molto simile all’Harry Lime del “Terzo uomo”.
La trama è contorta e ha qualche perdita, come sono troppi i personaggi e i luoghi da tenere a mente, in una sarabanda di viaggi e città che ricorda da vicino le vere peripezie patite da Welles per girare i suoi film nella seconda parte della sua carriera; ma in ogni fotogramma traspare l’amore smisurato del regista verso tutto il cinema del mondo, omaggiato con vari registri che spaziano dal romanticismo inglese al più cupo e radicale espressionismo tedesco. Celebre la scena in cui Arkadin racconta ai suoi invitati la favola della rana e dello scorpione.
Orson Welles, 1955
Recensione di Giuseppe Pastore
http://cinema-scope.org/2007/05/21/rapporto-confidenziale-orson-welles-1955/