(foto fonte web)
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Acque letali è il titolo dell’audace thriller di Carlo Carere e Gian Giuseppe Ruzzu edito nel 2012 da Ciesse Edizioni. Il romanzo, che nasce dalla sceneggiatura ‘’Prima che finisca il giorno’’ di Carlo Carere, ed è ispirato a fatti realmente accaduti, pone alla ribalta il drammatico tema del traffico illecito di rifiuti tossici e lo fa in modo ineccepibile.

‘’Il traffico ed il contrabbando di materiali radioattivi rappresenta una delle piaghe più sconcertanti che solcano il panorama internazionale’’ – commenta Antonella Marchisella, scrittrice di professione e attualmente direttore di un’ampia collana di libri di saggistica e narrativa a cura di edizioni Teseo, una casa editrice specializzata in pubblicazioni scientifiche – ‘’Per quanto si voglia cercare di non ingenerare allarmismi di sorta, non si può tralasciare una problematica così agghiacciante con la quale, purtroppo, il mondo intero è costretto a fare i conti, nonché causa a sua volta di drammi di inaudita portata’’ – continua la scrittrice.

  • Antonella ti sei già occupata in passato di pubblicazioni inerenti il traffico illecito di rifiuti?

Alcuni mesi fa ho redatto un paio di interviste per un’agenzia di comunicazione di Roma, sul tema del traffico di rifiuti tossici, con il prezioso supporto della persona che intervistai, il Dottor Ciro Federico Troiano, responsabile dell’Osservatorio nazionale zoo mafia Lav. Ovviamente, con i dati del Rapporto ecomafia pubblicato da Legambiente, alla mano, mi ero già fatta un’idea di quanto gravosi fossero i numeri e le rotte scenario di questo crimine, ma credo di aver rabbrividito solo quando mi sono cimentata nella lettura di ‘Acque letali’.

Il libro, difatti, rende sorprendentemente tangibile l’idea dell’esistenza di realtà tanto tragiche quanto spesso occulte. E’ un libro che trasmette davvero la portata degli incredibili espedienti escogitati dalle mafie per ampliare il proprio patrimonio di arricchimenti ingenti ed illegali. Così come sa veicolare, con le frasi narrate, dei sentimenti che all’inizio si presentano come sensazioni strane, ma che subito dopo instaurano nell’animo la consapevolezza del fatto che qualunque luogo, anche quello che mai immagineremmo, può essere un potenziale punto di raccolta di materiale letale.

  • Dove si dislocano prevalentemente le aree di smaltimento abusivo?

Ciro Federico Troiano a questa domanda rispose che per anni il Sud è stata la pattumiera di rifiuti tossici e nocivi provenienti dalle industrie del nord Italia. Le inchieste hanno fatto luce su intrecci criminali tra imprenditori, camorristi e apparati della pubblica amministrazione collusi, che hanno letteralmente devastato interi territori. Troiano, mi raccontò che a metà degli anni ’90, all’epoca del suo impegno come guardia ecologica, fu testimone oculare di interramenti di rifiuti avvenuti in provincia di Napoli, frettolosamente ricoperti in meno di 48 ore.

E che sullo stesso terreno, poi, poco dopo sono stati costruiti immobili abusivi. Tutto ciò si ricollega direttamente alle sensazioni di cui parlavo prima, del fatto che acquisire la consapevolezza che ogni luogo può celare scorie altamente distruttive, è quanto mai agghiacciante ma necessario, perché è una consapevolezza che può permetterci di salvarci la vita. Il libro ‘Acque letali’ fa riferimento ad una grande mappa appesa ad una parete, in cui in coincidenza di aree interessate da smaltimenti illegali c’era affissa una bandierina gialla. ‘’Anzi, bandierine gialle erano affisse dappertutto.

A est, ovest, nord e sud. Nei mari, nei laghi e nei fiumi. Una perfino al Polo Nord’’- vi è scritto testualmente. Seppure si tratta di un romanzo, credo che in queste frasi risieda una gran fetta di verità, oramai questo fenomeno non si concentra più prevalentemente al sud Italia ma riguarda ogni parte del pianeta, e certamente sono frasi che ci rendono chiaro il predominio incontrastato della sfera monetaria in tutte le economie ed altresì l’ingente mercificazione di ogni aspetto della vita umana. L’accumulo di ricchezze coincide spesso con la distruzione e il degrado dell’ambiente, e conseguentemente con la distruzione di un gran numero di vite umane, quando è un accumulo disgiunto dalle norme e dalla legalità.

  • Antonella il libro è stato scritto da due carabinieri, che sensazioni hai in proposito?

Suppongo questa domanda non sia a caso. In effetti ancora una volta mi ritrovo a parlare dei carabinieri. Come ormai si sa, insieme ad un folto numero di carabinieri in congedo, ho proposto in passato, in alcuni miei articoli ed appelli alle istituzioni, delle soluzioni di supporto per arginare il problema della criminalità dilagante, come ogni cittadino che abbia delle idee può fare. Questo libro di cui vi ho parlato in questa mia intervista è in effetti stato scritto dall’ex ufficiale dei carabinieri Carlo Carere e dal maggiore Gian Giuseppe Ruzzu.

Le sensazioni che mi sovvengono sono un gradimento per la meticolosità e dovizia di particolari con le quali le vicende sono narrate, tipiche dello sguardo acuto di un carabiniere. Ed in secondo luogo, ma non secondo in ordine di importanza, mi viene alla mente l’atteggiamento di diffidenza che molto spesso le persone manifestano, nei confronti delle forze dell’ordine, che non trovo corretto ed al quale vorrei rispondere con una frase dello stesso Carere: ‘’ Vorrei che chi odia o diffida delle forze dell’ordine per partito preso avesse la possibilità di trascorrere un giorno in una compagnia carabinieri. Da spettatore. Si renderebbe conto della gravità dell’aria che si respira, della frenesia del lavoro, delle emozioni che l’accompagnano, dei timori e dei rischi. E che esse hanno un comune denominatore che si può descrivere con una sola parola: sacrificio’’.

  • Antonella, credi che esistano delle soluzioni per il problema dello smaltimento illecito dei rifiuti tossici?

L’articolo 260 del Dlgs 152/06, entrato in vigore nel 2001, risulta essere uno strumento efficace per affrontare questo fenomeno criminale che opera su scala globale. Tuttavia credo che la vera grande risoluzione possa coincidere con un cambiamento totale del mondo politico, che a mio parere dovrebbe essere interamente costituito da giovani. I giovani di oggi sono infatti pieni di valori, permeati da ideologie e coraggio nelle scelte.

Sono giovani dotati di ragione, coscienza e formazione, che sanno agire gli uni verso gli altri con spirito di fratellanza, ma soprattutto posseggono una gran ricchezza e varietà di interessi e di stimoli culturali, che conferisce loro un gran senso di partecipazione alla vita. I giovani di oggi non hanno paura: e laddove non c’è la paura non c’è la mafia e non c’è neanche una politica disgiunta dall’etica morale.

Inoltre dovremmo cercare di entrare nella visione che la mafia non è fatta solo da quegli uomini cattivi e senza scrupoli che si recano a celare rifiuti radioattivi e/o tossici in ogni dove, ma da chiunque non ottemperi alle regole della sana civiltà e del rispetto. Pertanto ogni cittadino che abbia il rigore del buon comportamento e del rispetto verso gli altri, verso l’ambiente e verso se stesso, costituisce un passo per la risoluzione di questi drammi.

  • In definitiva cosa ne pensi di ‘Acque letali’?

Acque letali narra di scorie radioattive occultate illegalmente in un terreno del sud Italia, le quali, danneggiate a causa di un terremoto, rischiano di inquinare le falde di un acquedotto di un’intera cittadina, condannata così a morte certa. Nel testo, che tra l’altro si ispira a vicende reali emerse in inchieste giudiziarie e parlamentari su decenni di smaltimenti illeciti di scorie radioattive, si aprono altresì le spiacevoli parentesi del non riconoscimento iniziale, da parte delle istituzioni, di una correlazione tra l’aumento di gravi malattie e mortalità, e la contaminazione dell’ambiente nel quale viviamo, con i rifiuti tossici.

Dal punto di vista narrativo le vicende sono ricche di personaggi, i protagonisti si presentano audaci e con un buon numero di ostacoli esterni ed interni, la trama è precisa ma allo stesso tempo movimentata e avvincente, carica di azioni, e debbo dire con non pochi antagonisti, in un ottimo crescendo drammatico intriso di suspense che tengono il fiato sospeso, e senza mai elementi come disperazione o perdita d’animo. Il libro è di scorrevole lettura ed allo stesso tempo consente importanti riflessioni.

La sinergia tra gli autori e il lavoro di editing è di alto livello, una qualche attenzione in più avrebbe meritato la correzione delle bozze. In definitiva lo trovo un lavoro assai ben riuscito e peraltro trovo meritevole di nota anche il fatto che il ricavato dei diritti d’autore è devoluto ad AIRC Associazione Italiana per la Ricerca sul Cancro.