(foto fonte web)
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Ascesa e caduta di Jake La Motta, pugile italo-americano che dal Bronx arrivò al titolo mondiale dei pesi medi, prima di conoscere il declino e l’infamia del carcere.

Tra i quattro grandi attori che negli anni ’70 rivoluzionarono la settima arte americana e mondiale, a Robert De Niro toccarono i ruoli più ingrati e difficili, i personaggi più modesti e antieroici: né l’importanza generazionale di un Benjamin Braddock, né la perturbante autorevolezza di un Michael Corleone, né la grandezza luciferina di un Jack Torrance; eppure quello di Jake La Motta, vitreo e istupidito, che chiede ripetutamente a suo fratello “Tu ti scopi mia moglie?” è uno degli sguardi simbolo del cinema del Novecento.

Costruito attorno a De Niro e alla sua prova titanica, “Toro scatenato” non sfugge in fondo ai classici difetti dei film biografici: tra un aneddoto didascalico e un combattimento superfluo si perde in qualche lungaggine, ma non si può negarne l’ampio respiro epico che lo pervade, a partire dai bellissimi titoli di testa (con in sottofondo l’Intermezzo della Cavalleria Rusticana di Mascagni).

Si parla ovviamente di epica scorsesiana, quella che illumina il mondo dal basso scegliendo come punto di vista squilibrati, disperati e poveracci; il regista rimane coerente con i suoi temi preferiti mostrando ancora una volta il ritratto di un uomo, una società violente. Joe Pesci fu una rivelazione. Straordinarie le scene sul ring, tra cui spicca la sequenza del match mondiale La Motta-Cerdan, aperto dal celeberrimo piano-sequenza di La Motta che parte dagli spogliatoi e arriva fin dentro al ring.

Martin Scorsese, 1980

Recensione di Giuseppe Pastore
http://cinema-scope.org/2007/05/