In una scuola privata cattolica inglese, la ribellione di tre studenti prende contorni sempre più definiti, fino a sfociare nella strage. Capostipite insieme a Karel Reisz del free cinema britannico, Lindsay Anderson firma nel fatidico 1968 il suo secondo film (dopo “This Sporting Life”) e sceglie temi cruciali nell’itinerario del suo movimento e, più in generale, della Storia: il conflitto, per molti versi insanabile, tra adulti e ragazzi, simbologia un po’ didascalica ma corretta dei grandi stravolgimenti generazionali in corso.
Lo sfondo usato per illustrare meglio il concetto – il lussuoso college privato, fucina di pulsioni e rivolte – diventerà un classico per il cinema futuro. “Se…” (il titolo fu suggerito da una segretaria che aveva assistito a una discussione tra Anderson e lo sceneggiatore Sherwin, che non riuscivano a trovare un titolo adatto), per quanto subisca l’usura del tempo, è un gran bel film: sa far riflettere ed aspettare, non rinunciando ad un tocco di divertito surrealismo (il reverendo nel cassettone).
Magistrale la sequenza delle frustate; sconvolgente, nel suo programmatico stridore, il preveggente finale. L’esordiente Malcolm McDowell si attira giustamente le attenzioni di Kubrick.
Lindsay Anderson, 1968
Recensione di Giuseppe Pastore
http://cinema-scope.org/2007/02/21/se-lindsay-anderson-1968/