NEOZARISMO AI TEMPI DI PUTIN: VIAGGIO NELL’EX IMPERO SOVIETICO TRA CORRUZIONE, NOSTALGIA E ILLUSIONE DEMOCRATICA
Chi sono, dove nascono, come si comportano gli oligarchi vicini al Cremlino? Indossano abiti firmati, cravatte francesi (ora hanno imparato a farsi il nodo) e mocassini italiani. Lunghe partite a biliardo nei saloni d’attesa, Mercedes in cortile, belle dacie tra le betulle, donne con pellicce e tacchi alti.
Insomma, soldi. Tanti soldi. Da dove arrivano? Se lo chiede anche la nuova borghesia, e la risposta è presto detta: corruzione. L’ingiustizia è gratis, il diritto si paga. La vita del narod, del popolo, in Russia, è molto più confortevole di un decennio fa. Nella pratica il sovietismo è finito.
Da Berlino Est a Vladivostok, il socialismo reale marciava su uno strato di cattivi odori: case luride, fabbriche asfissianti, alberghi dai bagni traboccanti liquami, abiti unti. Ecco, è qui la rivoluzione post comunista, fatta di appartamenti arieggiati, bagni lindi, sapone a volontà e deodorante. Almeno nelle città gli effluvi delle ciminiere sono stati ridotti, più per crisi di produzione che per sensibilità ecologica. Ma il livello di democrazia è ancora critico e chi cerca di raccontare la verità paga spesso pegno con la vita.
Sergio Canciani – storico corrispondente del Tg1 – è il giornalista italiano che più ha seguito le vicende russe dell’ultimo ventennio, segnato in buona parte dall’affermarsi del «neozarismo» di Putin. In queste pagine, quello che consegna sono le mille contraddizioni e quanto di più sconosciuto c’è ancora dell’ex «impero» sovietico.
Un Paese che si sta riaffermando nello scacchiere mondiale, che – forte dei suoi immensi giacimenti energetici – tende la mano all’Occidente ma non rinuncia a rapporti con gli «Stati canaglia».
Sergio Canciani
casa editrice: Castelvecchi editore
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