Nino Garofalo, laziale emigrato in Svizzera, lavora come cameriere in prova, ma viene cacciato dopo aver fatto pipì all’aperto. Rientra come clandestino, affida i suoi risparmi ad un industriale spiantato ma questi si suicida; viene ospitato da un’esule greca, si rimette a cercare lavoro, finisce in un pollaio con dei disperati napoletani.
Una delle ultime perle degli anni d’oro della commedia all’italiana, “Pane e cioccolata” si fonda sul binomio Brusati-Manfredi: il primo autore di una sceneggiatura che evita abilmente gli stereotipi del caso, sottraendo il personaggio principale alla logica della pizza e del mandolino; il secondo grazie a una delle sue migliori interpretazioni, in cui mescola come mai gli è riuscito farsa e tragedia.
C’è anche Johnny Dorelli. La sequenza più celebre è quella della partita Italia-Svizzera con esplosione finale del Nostro a un gol di Capello (che in realtà è un falso: Capello non ha mai segnato alla Svizzera), ma la più riuscita è quella grottesca del pollaio, dove, dinanzi a otto compatrioti morti di fame dalle fattezze bestiali, Manfredi chiede “Ma cosa penserà la gente di voi?”, e quelli gli rispondono: “La gente è sempre invidiosa!”.
Franco Brusati, 1974
Recensione di Giuseppe Pastore
http://cinema-scope.org/2007/04/27/pane-e-cioccolato-franco-brusati-1974/