Da oltre un anno si parla della scomarsa di Roberta Ragusa, ma ci sono altre donne sparite da tempo, di cui ci si è ormai dimenticati.
Una delle donne dimenticate dalla cronaca italiana è la farmacista Mariolina Panteghini, all’epoca della scomparsa cinquantenne, svanita nel nulla alla fine di agosto del 1989 in un bosco nella zona di Perledo, sulla sponda lecchese del lago di Como.
Professionista affermata, molto stimata e conosciuta a Lurate Caccivio, Como, dove era titolare della locale Farmacia, non c’era nulla nella sua vita che potesse far pensare a qualche zona d’ombra, tale da portarla ad un allontanamento volontario o, peggio ancora, ad un suicidio.
La vittima
Nubile, ma donna piacente, conduceva una vita assolutamente lineare.Vennero fatte ricerche minuziose e vagliate diverse ipotesi: poteva essere finita in un precipizio durante una passeggiata in quei boschi, talvolta insidiosi, soprattutto dopo temporali estivi? Oppure una fuga in Svizzera? Un rapimento a scopo di riscatto, poi finito male? Nell’immediatezza della scomparsa, però, si avanzarono dei dubbi anche sull’effettivo luogo della scomparsa, poiché, in effetti, nessuno l’aveva vista allontanarsi verso quelle zone.
I familiari si rivolsero anche alla trasmissione “Chi l’ha visto?” ma senza esito. Mariolina forse si era avventurata in una passeggiata in quesi boschi magari resti scivolosi da recenti piogge? Ma non era certo una donna imprudente o sprovveduta. Strano ipotizzare una leggerezza da parte di una stimata farmacista, ben conosciuta ed apprezzata. Forse era stata avvicinata da un malintenzionato? Perché proprio lei? Qualcuno con cattive intenzioni che magari la conosceva? Si interrogarono i parenti, gli amici con cui aveva trascorso una breve vacanza, ma non emerse assolutamente nulla che potesse spiegare questa scomparsa.
Le strade percorse
La sorella Giuseppina non lasciò nulla di intentato e pensò anche ad un maniaco che poteva averla aggredita, ma tutto sembrava davvero ad un punto morto fino a quando, tre anni dopo la scomparsa, vennero rinvenuti resti umani in una zona piuttosto impervia, negli anfratti del torrente Esino che scorre sulle pendici della montagna che da Perledo scende a Varenna, vicino quindi al luogo della scomparsa. Vicino ai resti, solo poche ossa di una gamba e del bacino, la sua carta d’identità contenuta in una busta di plastica. Ma anche questo ritrovamento non portò a nessuna certezza, poiché non fu possibile una certa attribuzione dei resti umani ritrovati, che rimasero quindi anonimi, anche se il tutto faceva supporre che potessero essere proprio i suoi.
L’altra donna
Un doppio mistero: dei resti mai attribuiti e una donna mai ritrovata. Ciò che appare davvero incredibile è la facilità con cui una persona, in perfette condizioni fisiche e mentali possa sparire senza lasciare traccia, in luoghi frequentati, in pieno giorno, senza motivi apparenti. E la sua storia venne accomunata a quella di un’altra donna sparita altrettanto misteriosamente, e mai più ritrovata, circa un anno dopo, ad Appiano Gentile, non molto distante da dove abitava la Panteghini.
Si tratta di Isabel Cayetana Mora Martin svanita nel nulla dalla sua abitazione di Appiano Gentile sempre in estate, un pomeriggio del 17 luglio 1999. Aveva 51 anni, circa la stessa età di Mariolina. Anche lei una bella donna, quella sera era attesa da amici a Legnano per incontrarsi al Dancing Mediterranee. Ma dalle 18.00 in poi di lei più nessuna traccia. Si sospettò del marito separato e persino del figlio.
A complicare ulteriormente le cose, qualche settimana dopo la scomparsa, giunse ai carabinieri una strana telefonata anonima in cui si diceva che Isabella non sarebbe tornata mai più perché’ morta. Non si riuscì però a risalire a chi l’avesse fatta.
Mistero fitto anche in questo caso e, come per Mariolina, dichiarazione di morte presunta. Misteri chiusi, archiviati. Non sarebbe forse il caso, invece, di approfondire queste sparizioni davvero strane e, soprattutto, dall’apparente assenza di motivazione?
di Paola Pagliari