Dolores “Dora” Lombardi Di Stefano scompare da Bresso (Mi) una calda mattina di luglio, per la precisione martedì 13 luglio del 2004 alle 11.30. Ha 59 anni, è la moglie del Comandante della locale Polizia Municipale, nonché Presidente regionale dei comandanti di polizia municipale.
Scomparsa nel nulla
Quando scompare, Dora ha due figli (Cristina e Pietro) ed è consigliere comunale a Bresso.
Proprio il marito, Giovanni di 60 anni, l’ultimo giorno racconta di averla accompagnata a fare la spesa, poiché lei non guida. Percorrono via Veneto, poi, all’altezza del Santuario della Madonna del Pilastro la fa scendere al semaforo perché era complicato girare. Dora scende e prima entra in un negozio di merceria per acquistare una camicetta.
Ha con sé la borsetta. Esce alla volta del supermercato al quale, però, non arriverà mai. Dalle videocamere di sorveglianza non emerge la sua presenza. Sono solo pochi metri di strada, dalla merceria al supermercato, ma qui lei scompare e anche il suo cellulare smette di funzionare. La preoccupazione si fa persistente quando, alle 13.30, Giovanni non trova la moglie rientrando dal lavoro. Avrebbe dovuto chiamare lui o i figli per farsi venire a prendere, ma la telefonata non è mai giunta. A quel punto chiamano i parenti, poi gli amici, quindi l’Ospedale. Fino alla denuncia della scomparsa alle 16.30: Dora è svanita nel nulla.
Apparente tranquillità
Quella giornata è apparentemente normale e tranquilla: tra le 8.30 e le 9.00 si fa portare dal marito al consultorio familiare da dove esce dopo le 9.30. Si reca in un negozio, quindi va a casa di un’amica, verso le 10.00. Ci rimane per circa un’ora, parlando del più e del meno e delle prossime vacanze estive. Chiama la figlia, ha intenzione di passare a trovarla in ufficio in mattinata e si congeda dall’amica dicendo che doveva ancora fare della spesa.
Alle 11.15, davanti la “Standa” incontra la cugina del marito. Va al market “Sisa”, ma si fa raggiungere da Giovanni per farsi portare all’“Esselunga”. La vede ancora, all’incrocio, un vigile collega del marito, che dice di averla vista parlare con una donna.
Dora ha una vita assolutamente priva di zone d’ombra. Ha vissuto fino all’età di 20 anni negli Stati Uniti (a Philadelphia) dove, all’epoca della scomparsa, abitava ancora la sua famiglia composta dai genitori, un fratello e due sorelle. Si trasferisce poi in Italia, dopo aver conosciuto Giovanni Di Stefano nel 1967 durante un viaggio. Si sposano nel 1969. Proprio nel 2004 avrebbero festeggiato i 35 anni di matrimonio. Dora ha la passione per gli animaletti di cristallo Swarovski e la mania delle pulizie.
Supposizioni e indagini
Una fuga volontaria? La figlia non ci crede: «Non so. Mia madre aveva paura di andare a Milano da sola». E perché mai? Le carte di credito e i bancomat della donna, non utilizzati dopo la scomparsa, non avvalorano certo questa ipotesi. Dora non ha ritirato un euro da quando è sparita. Non si è fatta nemmeno viva con parenti e amici. Fuggita per inseguire qualche sogno strano? Ma il suo unico hobby era fare le faccende di casa: una vera maniaca della pulizia e dell’ ordine.
Una rapina? Lo stesso: carte e bancomat senza segni di utilizzo alcuno. Suicidio? Non c’ è motivo. Anzi, Dora ha appena ricevuto gli esiti di un delicato esame: tutto bene, nessuna malattia.
Soffre solo di un pò di ipertensione per cui deve prendere delle pastiglie ogni giorno. Anche per questo è strana una fuga volontaria, senza medicinali. Si fa strada anche, man mano che passano i giorni dalla sua scomparsa, la tesi dell’omicidio dal momento che l’anno prima, a settembre del 2003, Dora era stata investita. Stava camminando per strada a Bresso, in compagnia del marito, quando all’ improvviso era stata travolta da un’auto pirata, il cui conducente non venne mai identificato.
Possibile indizio
Giovanni non riuscì a leggere la targa. Una fatalità che, letta a posteriori, lascia perplessi. Però, chi penserebbe a prelevare una donna in una strada affollata sulla quale si affacciano decine di finestre, in pieno giorno? Quasi impossibile persino da ipotizzare. Viene vagliata anche l’ipotesi della ritorsione contro il marito che fa un lavoro “scomodo” o magari contro il figlio, assessore: nulla.
Le indagini vengono effettuate con grande spiegamento di forze: carabinieri e forze dell’ ordine. Insieme agli agenti, anche i volontari della Croce Rossa con le unità cinofile e le pattuglie della Protezione civile. Anche una puntata di «Chi l’ ha visto?» del 19 luglio. Vengono affissi manifesti con la foto di Dora sui muri di Milano e dell’Hinterland. Si distribuiscono volantini negli ospedali, si fanno segnalazioni su Internet.
Tutto vano, tranne per la chiamata di una negoziante alla figlia Mariacristina, che dice di aver visto Dora prima davanti alla vetrina del suo negozio, in via Monte di Pietà a Milano (dietro piazza della Scala) e poi allontanarsi in direzione di via Giardini.
Il giorno dopo, i Di Stefano e i volontari organizzano una «battuta».
Una traccia
E per diversi minuti i cani fiutano la scia della donna, poi di nuovo nulla. Si parla persino di un doloroso segreto nella vita di Dora, che potrebbe persino aver spinto qualcuno di suo conoscenza a eliminarla. Ma anche una sofferenza che potrebbe averle fatto decidere di tagliare i ponti con tutto, con un allontanamento preparato da tempo, di cui nessuno si sarebbe accorto, forse con l’ aiuto di qualcuno, che però non ha mai parlato.
Ipotesi piuttosto fantasiose, dal momento che nemmeno le ricerche, condotte anche alla stazione Centrale di Milano, conducono alla donna. E tra falsi allarmi, piste vane, speranze e delusioni, passa il tempo. Il marito, però, avvalora una tesi: «Mia moglie si è allontanata per un’ amnesia o qualcosa del genere». E gli stessi inquirenti, non abbandonano del tutto quest’ipotesi perché accurati sopralluoghi, ed un’attenta analisi delle sue condizioni psicologiche svolti nei giorni successivi alla scomparsa, inducono a prendere in considerazione anche questa eventualità.
Il velo dell’oblio è ormai calato su questa sparizione, ma è Giovanni a far parlare ancora di sé di recente, in occasione delle locali elezioni amministrative. Si presenta, infatti, stupendo tutti, con una lista civica che però prende solo il 3,53%. Come si suol dire: chi muore giace e chi vive si dà pace.
di Paola Pagliari