(foto fonte web)
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Possedere un’automobile il cui carburante sia ricavato dall’acqua è il sogno di ognuno di noi

Ottenere benzina da acqua e aria ci permetterebbe di guadagnare in salute, in risorse energetiche e in denaro, elemento certamente non trascurabile in tempo di crisi. Credere che ciò sia possibile ci appare oggi difficile, eppure non stiamo sfogliando le pagine di una fiaba, questa speranza viene dall’ultima conferenza annuale dell’Institution  of Mechanical Engineers tenuta a Londra.

Dalla conferenza emerge che…

Peter Harrison, amministratore delegato di una società di ingegneria, la Air Fuel Synthesis, ha spiegato durante la conferenza le ragioni secondo le quali sia possibile ottenere petrolio da acqua e aria. Un processo chimico permette di ricavare benzina  da ossido di carbonio e vapore acqueo , lo stabilimento della società di Harrison ha prodotto dallo scorso agosto  cinque litri di benzina ottenuti in questo modo.

La procedura attualmente avviene utilizzando energia elettrica ma gli ingegneri ritengono plausibile l’utilizzo di fonti energetiche alternative come quella eolica e solare abbassando così notevolmente il costo dell’intero processo. Lo scopo della Air Fuel S. è quello di arrivare entro due anni ad ottenere una tonnellata d benzina al giorno e sta valutando anche l’idea di produrre con la stessa tecnica “carburante verde” per aerei, permettendo voli a tasso zero di emissioni di ossido di carbonio. Sarebbe questo un traguardo importantissimo che consentirebbe di eliminare il principale gas colpevole dell’effetto serra, acerrimo nemico del nostro pianeta.

Un processo troppo dispendioso?

Gli esperti ritengono che sia questo un processo molto dispendioso in termini di energia, Harrison risponde a questo genere di critica garantendo l’impegno da parte di numerose aziende a ridurre questo fattore. Non è una novità, secondo l’amministratore delegato, che una nuova tecnologia nelle prime fasi richieda maggiori costi.

In tale direzione Harrison viene sostenuto dallo scienziato  Klaus Lackner della Columbia University di New York , quest’ultimo afferma: «Ho acquistato il mio primo Cd negli anni ’80 e costava 20 dollari ma adesso se ne può produrre uno per meno di 10 centesimi, idem per il costo di una lampadina che è calato di 7 mila volte  in un secolo». Attraverso queste parole lo scienziato si dimostra fiducioso nel processo chimico, ritenendo che con il tempo necessario diventi anche poco costoso.

Le critiche di Vincenzo Balzani

La più forte ondata di scetticismo arriva proprio dall’Italia, si pronuncia  Vincenzo Balzani, professore di chimica all’Università di Bologna e anche autore insieme a Nicola Armaroli di “Energia per l’astronave terra”. Il professore ritiene che il processo messo in atto in Gran Bretagna sia scientificamente possibile ma ritiene che avvenga ad un costo molto elevato di energia, diminuendo così notevolmente i vantaggi.

Ottenere idrogeno dall’acqua, sempre secondo Balzani, non è affatto banale, non basta solo il tempo per rendere possibile una reazione chimica. Il procedimento descritto dagli ingegneri britannici non usa direttamente l’acqua ma uno dei suoi elementi: l’idrogeno e questo solo in un secondo momento viene fatto reagire con l’anidride carbonica per ottenere come prodotto finale la benzina. Il vero miracolo quindi secondo lo studioso bolognese sarebbe ottenere H, superato questo “vincolo” realizzarne benzina risulta molto più semplice.

Se ottenere carburante per automobili o aerei per gli scienziati risulta molto dispendioso, per noi sognare che sia possibile non costa nulla. Figli di una tecnologia ormai troppo avanzata forse dimentichiamo che i migliori capolavori nascono pur sempre da un piccolo disegno di bozza. Un insieme di tratti indecisi ai quali nessuno da mai credito ma che successivamente diventano l’archè di un evento che segna una svolta epocale.

di Roberta della Torre