(foto fonte web)
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Dieci sconosciuti si ritrovano in un castello in montagna, invitati dal ricco e misterioso proprietario Robert Owen. Ognuno di loro nasconde un segreto…

George Pollock, 1965
Dall’omonimo capolavoro di Agatha Christie, un adattamento piatto e senza sussulti che nel finale scade nel più mieloso e inaccettabile degli epiloghi, stravolgendo completamente l’opera originale. E’ un peccato che da un’opera così straordinaria il cinema non abbia mai saputo trarne una versione quantomeno decente, benché il lavoro da fare sia davvero minimo: basterebbe prendere di peso il testo e girarlo quasi alla lettera, limando forse qua e là qualche flashback troppo invadente o qualche monologo interiore troppo letterario.

Se sulle prime la libertà d’azione rispetto al romanzo può essere tollerata (la vicenda ambientata in un elegante maniero nella neve invece che su un’isola deserta, alcuni nomi cambiati, l’effettiva innocenza di alcuni tra gli ospiti), col passare dei minuti tutto diventa via via insopportabile, specialmente se abbinato all’insipienza registica di George Pollock e alla piattezza recitativa degli interpreti (il migliore è lo svizzero Mario Adorf, il che è tutto dire).

Film disastroso e ingiustificabile. La voce del nastro accusatorio è di Christopher Lee.

Recensione di Giuseppe Pastore

http://cinema-scope.org/2013/03/29/dieci-piccoli-indiani-george-pollock-1965/