(foto fonte web)
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11 aprile 1954, grazie all’algoritmo di un informatico inglese, viene ritenuto il giorno più noioso della storia contemporanea.

11 aprile 1954, cosa accadde?

Quante volte, apprendendo le notizie dai telegiornali, ci siamo chiesti se per un giorno fosse possibile non restare sconvolti da quanto accade intorno a noi. Storie di cronaca nera, catastrofi naturali, casi di malasanità che, anche se accaduti a chilometri di distanza, ci rendono tutti partecipi.

Questo desiderio che oggi ci appare utopico si è realizzato, a nostra insaputa, 59 anni fa, proprio nella data dell’11 aprile. Un giorno che passa alla storia come l’unico durante il quale non accadde nulla di significativo, guadagnandosi così il titolo di “giorno più noioso dell’epoca contemporanea”.

Di quella data si ricordano unicamente la nascita di un attuale scienziato turco  e la morte di un calciatore, per il resto le pagine dei notiziari mondiali sono prive di qualsiasi altro evento lieto o nefasto.

True Knowledge

Lo status di questa insignificante giornata primaverile è stato acquisito grazie all’algoritmo “ True Knowledge” (vera conoscenza), studiato dall’informatico Tunstall Pedoe. True Knowledge ha analizzato e memorizzato 300 milioni di fatti su persone luoghi ed eventi, giungendo alla conclusione che in questa data non è accaduto nulla di socialmente rilevante.

Pedoe ironizza affermando che si sia trattato sicuramente di “un giorno noiosissimo per tutti”. True Knowledge non è stato progettato solo per cercare nel nostro calendario altre date anonime ma viene ritenuto dagli esperti un software capace di rispondere a svariate tipologie di domande.

A questo punto è lecito chiedersi se l’attribuire o meno senso ad un giorno della nostra vita possa rientrare nelle competenze di un software se pur questo sofisticatissimo. Probabilmente l’11 aprile del 1954 sarà stata una data poco memorabile per la nostra società, eppure ci piace pensare che per qualcuno sia stata ricca di emozioni.

Quel genere di emozioni che a 59 anni di distanza lasciano tracce indelebili probabilmente trascurabili da un algoritmo ma non agli occhi dell’ uomo, chiunque esso sia, celebrità o no!

di Roberta Della Torre