La Giunta del Senato rinvia gli atti Unipol e Mitrokhin relativi alle intercettazioni tra Paolo Guzzanti e Mario Scaramella. La giunta per le elezioni e le autorizzazioni a procedere del Senato ha valutato la richiesta di utilizzo delle intercettazioni riguardante i senatori di Forza Italia Romano Comincioli e Luigi Grillo e del Pd Nicola Latorre, relative all’inchiesta Unipol-Antonveneta, decidendo di restituire gli atti per Latorre e Comincioli e non dare l’autorizzazione per Grillo, che è indagato. (ANSA – Roma, 22 gennaio 2008) Da domani in questo libro i testi delle intercettazioni tra Guzzanti e Scaramella.
Guzzanti: Quindi, loro sanno da fonte russa…
Scaramella: Esatto!
Guzzanti: …che i ceceni stanno per compiere un attentato in Italia?
Scaramella: Esatto, esatto! Se vuoi vengo e commentiamo…
Guzzanti: …c’è poco da commentare, se hai altre notizie da darmi è un conto…
Scaramella: …ti volevo dare questo elemento perché per me è importante.
Guzzanti: Sì non so come gestirlo… non lo possiamo neanche usare per i politici, cioè che diciamo?
POSSO PENSARE DI ESSERE IO IL BERSAGLIO O NO?
Scaramella: No, non credo. Non credo proprio.
Mario Scaramella, Pio Pompa, Martino Rocco, Igor Marini. Un finto commissario, un impiegato della Sip, un carabiniere a cavallo, uno scaricatore di cassette di frutta. Quattro spiantati apparentemente senza nulla in comune, ma in realtà legati da storie molto simili, tanti nomi ricorrenti, la stessa missione: spiare, depistare, confezionare dossier di calunnie.
Negli ultimi anni si sono dati da fare per intossicare la vita pubblica del paese con la loro attività di dossieraggio. Intrighi e attentati, 007 avvelenati col polonio radioattivo, missili nucleari affondati nel golfo di Napoli, pedinamenti e telefoni intercettati, intrusioni degli hacker, imam sequestrati, manomissioni elettorali, triangolazioni offshore, mazzette.
Ci sarebbe da ridere se dietro queste maschere buffe non si intravedesse qualcosa di molto più serio e inquietante: parlamentari spregiudicati, pubblici funzionari corrotti, generali in malafede, truffatori e «amici americani», mafiosi, massoni, giornalisti a busta paga.
Quasi come fossero atti di un unico teatrino, il cui canovaccio continua a ripetersi da decenni, con al centro la P2 e, a sorpresa, Francesco Pazienza, l’ex direttore occulto del Sismi infiltrato, maestro di tanti depistaggi, che ha continuato fino ad anni più recenti a spargere veleni, dal dossier contro Luciano Violante alla montatura del caso Telekom. Tutto dal carcere di Alessandria in cui è a tutt’oggi rinchiuso.
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Sandro Orlando
casa editrice: Chiarelettere