(foto fonte web)

(foto Polizia di Stato)

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Ricordate Minority report, il film di Steven Spielberg in cui la polizia riusciva a prevedere reati e a catturare i colpevoli prima che questi commettessero l’illecito? Ben presto, un sistema simile sarà adottato in via sperimentale anche dalla polizia italiana.

Dalla fantascienza alla realtà: via al test. Sarà Trento il laboratorio nazionale di “precrimine” (come veniva chiamato nel film), con il centro di ricerca eCrime che sta per lanciare il progetto eSecurity. Si tratta di un test ideato dalla facoltà di Giurisprudenza dell’università locale in collaborazione con la Questura e appoggiato dai finanziamenti dell’Unione Europea, a quanto pare convinta di puntare su tale esperimento, dopo i primi test statunitensi di alcuni anni fa, seguiti da quelli britannici.

Ovviamente, a differenza del film, la polizia non sarà aiutata da persone con poteri speciali e sensoriali, bensì da un modello matematico di previsione e prevenzione. Gli specialisti si baseranno sui dati forniti dalle forze dell’ordine riguardanti i reati già avvenuti – come i luoghi, le modalità e altri particolare simili – per creare un sistema di calcolo che possa indicare con il minimo margine di errore possibile come, dove e quando si verificheranno altri reati.

“Dal punto di vista dell’attività delle forze dell’ordine – ha spiegato il questore di Trento Giorgio Iacobone la scorsa settimana in Rettorato – questa si annuncia come la prima e unica esperienza italiana di ‘polizia predittiva’. Auspichiamo che i risultati della sperimentazione possano essere incoraggianti e rappresentare un modello a livello nazionale”.

Molto entusiasmo anche sul sito internet ufficiale della Polizia di Stato, che ha riportato la notizia in homepage e che crede molto in un modello che potrebbe apparire rischioso e poco applicabile fuori da un set cinematografico di fantascienza.

(foto Polizia di Stato)
(foto Polizia di Stato)

Eppure Trento non è il primo caso a livello mondiale. I primi imitatori del poliziotto Tom Cruise di Minority report, infatti, arrivano dall’Università della California di Los Angeles, dove nel 2006 da un’idea del professore di antropologia Jeff Brintigham con l’aiuto di un criminologo e di un matematico è nato PredPol, un algoritmo che prevede i meccanismi che portano al reato.

Dai primi risultati i tre studiosi, che avevano pensato al loro prodotto come a un test prettamente accademico, hanno intuito che il modello sarebbe potuto essere efficace anche nella realtà concreta. Così PredPol ha cominciato a essere operativo nella città di Santa Cruz, dove i dati avrebbero confermato la bontà del progetto, attestando un calo del 19% dei crimini cittadini. Applicato subito dopo a Los Angeles, i dati ufficiali anche in questo caso avrebbero certificato un buon numero di casi di criminalità in meno, rispetto agli anni precedenti.

A inizio 2013 il test è sbarcato in Europa, trovando applicazione in Gran Bretagna, mentre il professor Brintigham parlava di “altri 200 paesi interessati”. Evidentemente, tra questi c’era anche l’Italia, che nella fattispecie trentina è pronta a cogliere la sfida e a buttarsi nel progetto.

I giudizi, dati alla mano, saranno forniti tra qualche mese o forse tra un anno, quando si potrà capire in termini percentuali quanto e se i crimini cittadini saranno diminuiti e se possa essere presa in considerazione l’idea di ampliare il progetto a tutto il territorio nazionale.

In caso positivo, i ‘pro’ sono numerosi: si tagliano le spese dovute agli arresti (e calerebbe anche il numero dei detenuti, problema ormai topico in Italia), proprio perché in molti casi non ci sarebbe bisogno di arrivare alle manette: alla polizia basterà trovarsi nel luogo designato, in modo che il reato non venga proprio compiuto.

Sembra un paradosso e un’utopia per pochi sognatori, ma visti i risultati rimbalzati da oltreoceano e ora accolti oltremanica, anche la nostra piccola Trento ha voluto dare credito a una ricerca universitaria e provare il metodo ‘low cost’ per abbassare il numero di reati cittadini.

Minority report è tra noi.

di Luca Romeo