(foto fonte web)

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 Prima puntata di Assassiniopedia

Gordon Stewart Northcott è un nome che forse ai più non dirà nulla. Anche la vicenda di cui si è reso protagonista è stata per quasi ottant’anni completamente coperta da polizia e stampa, e solo recentemente risalita alla ribalta come una delle più inquietanti e raccapricianti che abbiano mai interessato l’America.

Ma andiamo con ordine.

Tutto comincia il 10 marzo 1928, quando un bambino di nome Walter Collins, all’epoca 9 anni, scompare dalla sua casa di Los Angeles. La madre, Christine Collins, una donna nubile, ne denuncia subito alla polizia il rapimento. Cinque mesi più tardi, dopo lunghe e estenuanti ricerche che sembrano non portare a nulla, un bambino simile a Walter, e che afferma di essere lui, viene riconsegnato dalla polizia a Christine.

Al momento del ricongiungimento, la donna riconosce subito che quello che ha di fronte non è Walter, tuttavia, stordita dalla confusione tra fotografi e giornalisti e mossa da sentimento materno, accetta di prenderlo con sé. Non ci mette molto a realizzare che quel bambino riconsegnatole non è suo figlio: di conseguenza, cerca di persuadere il capitano della polizia a riprendere le ricerche.

In risposta alle sue richieste, e alla denuncia pubblica di quello scambio di identità, che accusava un sistema giudiziario corrotto molto più grande di lei, incapace di ammettere i propri errori e avido di popolarità, Christine viene tacciata di paranoia e infermità mentale, e internata in manicomio. Questo fino a che un investigatore per minori rintraccia un ragazzo, tale Sanford Clark, in un ranch abbandonato, il quale gli confessa che insieme a suo zio ha ucciso venti bambini senza motivo, tra i quali figura Walter.

E’ a questo punto che la tragedia personale di Christine Collins si viene ad intrecciare con quella di Gordon Stewart Northcott.

Northcott è passato alla storia per essere il responsabile del caso “Wineville Chicken Coop Murders”, vicenda che si è consumata tra il 1928 e il 1930, nella fattoria di Wineville, vicino a Riverside, una contea della California.

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Il futuro serial killer G. S. Northcott nasce nel 1906 nella provincia di Saskatchewan, Canada, in una famiglia molto disagiata. Il padre, che finirà i suoi giorni internato in manicomio, cominciò ad abusare sessualmente di lui, sodomizzandolo, fin dall’età di 10 anni (per stessa ammissione di Northcott); la madre, complice col figlio degli omicidi compiuti nella fattoria di Wineville, finì invece i suoi giorni in galera. Anche ad uno degli zii paterni non toccò sorte migliore, visto che morì in prigione, a San Quentin, mentre scontava una detenzione a vita per omicidio.

All’età di 21 anni, Gordon e sua madre Sarah Louise Northcott si trasferirono nella fattoria di Wineville. Northcott inoltre prelevò, sotto il consenso del padre, il nipote tredicenne Sanford Clark dalla propria casa a Saskatchewan e lo portò con sé a Wineville. Una volta lì, cominciò ad abusarne.

Tempo dopo, nel 1928, Northcott cominciò ad allargare i suoi interessi. La sua macabra attività consisteva nel rapire bambini e nasconderli nel pollaio, sodomizzarli, torturarli, e poi, quando si stancava di averli tra i piedi, spappolare loro il cranio con un’accetta e seppellirli nella calce viva.

Nel 1930, Sanford Clark, stanco e disgustato delle continue persecuzioni dello zio, denunciò alla polizia il “pollaio del terrore”, riportando alla luce la vicenda di Christine Collins e suo figlio Walter. Alla fine, dopo un processo durato 27 giorni, Northcott venne arrestato e condannato a morte per l’omicidio di soli tre bambini. Fu impiccato il 2 ottobre 1930.

I verbali del processo di G.S. Northcott sono rimasti nascosti per più quasi ottant’anni, e con loro anche la storia di Christine Collins sembrava essere destinata a cadere nell’oblio, se non fosse stato per J. Michael Straczynski, ex giornalista statunitense ora sceneggiatore. Straczynski, grazie a un suo amico del Los Angeles Times che riorganizzava l’archivio del giornale, è riuscito per caso a ritrovare i verbali, già pronti per l’inceneritore, e venuto a conoscenza dei fatti, ha deciso di riportare alla luce la toccante vicenda della donna e rendere omaggio al suo spirito indipendente.

Il risultato di questo lavoro di ricerca è stato uno dei film più ambiziosi di Clint Eastwood, “Changeling” (2008), che alla sua uscita ha risvegliato una forte curiosità in blogger e giornalisti, tra cui il famoso Larry Harnisch, che si sono messi sulle tracce della vera Christine Collins, senza troppi risultati.

Ad oggi, l’archivio con tutta la fitta documentazione del caso è conservato negli uffici della Malpaso, la casa di produzione di Clint Eastwood a Los Angeles. Inoltre, la località di Wineville ha cambiato il suo nome in “Mira Loma”, per via dei fatti spiacevoli qui avvenuti e della cattiva pubblicità. “Wineville Avenue”, al contrario, si chiama tutt’ora così, e la piccola casa in legno in cui vissero Gordon Northcott e Standford Clark, è ancora esistente.

Il pollaio, invece, non esiste più.

di Chiara De Angelis