Grave ultimatum del dirigente Raffaele Marra agli inquilini: pagate o ve ne andate
La situazione dello stabile di Via Monte Bianco 114 è ormai al collasso: la Regione – per volontà del suo dirigente Raffaele Marra – ha inviato a tutti gli inquilini una lettera di prelazione per la dismissione dell’abitazione con scadenza 29 marzo. La decisione ora sta a loro: 40 persone, perlopiù over 60, costretti a decidere se riscattare la casa dell’Ente a cifre di mercato che, per dare un’idea, si attestano dai 4 mila euro a metro quadro in su per un condominio completamente da ristrutturare. I problemi, infatti, vanno dall’impianto elettrico rimasto agli anni ’50 agli infissi di porte e finestre da sostituire, dai cassoni dell’acqua in amianto alle falde acquifere che continuano a salire nel locale che prima era garage ed ora è una vera e propria palude.
I piloni portanti della costruzione sono immersi in una pozza di più di un metro di profondità: «La Regione – afferma Francesco Pugliese, inquilino dello stabile – dopo le nostre continue segnalazioni ha mandato una ditta a controllare la situazione ma data la gravità ha dovuto rivolgersi all’Acea per drenare centinaia di litri d’acqua che si erano formati. Dopo due giorni le falde si sono ripresentate in termini ancor più gravi. Anche se qualcuno di noi inquilini avesse la minima volontà di investire tutti i suoi soldi per riscattare l’abitazione, non può rischiare di vedersi crollare lo stabile come è accaduto qualche giorno fa a Napoli».
Il palazzo di Via Monte Bianco 114 è lo stesso in cui fu assassinato Valerio Verbano il 22 febbraio 1980 – delitto ancora irrisolto – ma anche lo stesso dove perse la vita nell’aprile del 2000 Luigia Sbordoni per un incidente in casa dove nessuno pagò per i suoi errori. La signora fu travolta dal suo scaldabagno che cadde a causa delle infiltrazioni nei muri di cui ha sempre sofferto lo stabile. La sfortuna volle che nel momento in cui si staccò dal muro il boiler di 80 litri d’acqua, questi spezzò l’osso del collo della Sbordoni.
Ad essere indagato per omicidio colposo fu un funzionario della Regione Lazio responsabile del Servizio tecnico al Demanio e al Patrimonio: evitabile la tragedia se fossero state ascoltate le richieste d’intervento per la manutenzione del palazzo. «Nessuno pagò per la morte di mia nonna – ci confida il nipote Marco Algerasia – dopo 5 anni il reato è passato in prescrizione ed ora io che abito qui da allora, sono stato definito dalla Regione Lazio “occupante senza titolo” e avrei 10 giorni per pagare quasi 100 mila euro per riscattare la casa di proprietà di chi ha ucciso mia nonna. Lo devono sapere alla Regione: non abbiamo avuto giustizia e continuiamo a non riceverla, per questo io da qui non mi muovo!».
Ci sono signore che abitano nello stabile da oltre mezzo secolo. Ottantenni a cui è stato proposto il vitalizio pur di riscuotere la casa ma con la clausola che, in caso di decesso, il coniuge dovrebbe stipulare un nuovo vitalizio che oscillerebbe in media tra i 30 e gli 80 mila euro. Il 12 marzo era presente nello stabile anche il candidato alle primarie Pd del Quarto Municipio Paolo Marchionne che ha dichiarato: «Il palazzo di via Monte Bianco 114 galleggia sull’acqua.
In queste condizioni gli inquilini dovrebbero, entro il 29 marzo, scegliere di impegnare i propri risparmi per acquistare un appartamento con lo spettro di dover affrontare gravosissimi lavori di ristrutturazione o finire in mezzo ad una strada. Sotto gli occhi del presidente del Municipio Bonelli, che tra l’altro sarebbe incaricato dal sindaco di seguire le dismissioni delle case degli enti, spetterà a noi ora promuovere, con Zingaretti appena insediato in Regione, una soluzione d’emergenza e l’approvazione di una legge con maggiori tutele per l’inquilinato».
Prima di lasciare, la giunta Polverini ha pensato bene d’inserire nel suo bilancio i soldi ricavati dal nefasto regolamento per la dismissione del patrimonio immobiliare di proprietà della Regione per coprire dei buchi imbarazzanti, ma stavolta i cittadini sono arrivati al collasso: la loro unione sarà decisiva nell’ultima battaglia contro le improvvide scelte del Palazzo, quello che mai ha saputo tutelarli.
di Daniele Pellegrino
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