(foto fonte web)

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 Un mese da dimenticare questo trascorso. Un Papa dimesso, un Italia ingovernabile, la disoccupazione ha raggiunto un nuovo record, sempre più gente malpagata. E’ ciò che è ancora più grave è che il periodo che si profila dinnanzi non sembra avere solo l’aspetto della crisi economica, ma soprattutto dei valori. Un sistema anarchico a cui tutto è concesso, un volto collassato, dove sembra apparire normale tutto ciò che è anomico.

Atti di “ordinaria follia” sono sempre più familiari sotto i nostri occhi; ordinari perché tutto ciò che ha il sapore del male, del trasgressivo, del marcio, viene consumato. E’ palese, la società vuole evolversi, ma i modelli che riconosce compatibile sono quelli sbagliati, fatti di gente che viene uccisa, derubata, frodata, adescata e, più il tempo passa, più si tramanderà la cultura della criminalità come comunemente accettata dal resto della popolazione. Il sindaco Alemanno ha lanciato l’allarme criminalità.

Bisogna sempre che “scatti il morto” per rendersi conto che la prevenzione va applicata in tempo di pace. Un assalto ai portavalori a Roma, un ex terrorista delle brigate muore ed ecco rinnovarsi il pericolo, l’allarme rosso e il codice nero.

L’altra notte, una donna abbandona suo figlio nel cassonetto della spazzatura, e niente il mondo sta zitto, non gliene importa niente, è solo una continuazione. Ogni giorno mamme disperate strappano bambini dal grembo per gettarli nel gabinetto, nella spazzatura o per i cavalcavia. Sono notizie talmente ordinarie che i giornali non sprecano neppure più tanta voce, quasi rasseganti a un’epoca senza precedenti.

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Una storia, quella a cui si sta assistendo, dove la vita cede il posto alla morte, l’amore alla disperazione, la libertà, il respiro e un battito sono riposti in un sacchetto di plastica.

Non tutti sono consapevoli, inoltre, che ogni due giorni è statisticamente accertato che una donna viene uccisa e ogni istante è vittima di violenza: abusi domestici e sul posto di lavoro. La casa che dovrebbe essere il luogo della tranquillità, della protezione, del rifugio, diviene la tana del male. Il lavoro, messo al primo posto dalla costituzione, è il centro del mobbing più spietato.

C’è bisogno che l’Italia e il governo inizino a rimboccarsi le maniche e a lavorare per arginare quei fenomeni quotidiani, che silenziosi si stanno insediando alle pareti del nostro tessuto sociale.

Somministrare una cura, composta da gente competente per ogni Comune, gente che sappia svolgere il proprio lavoro con dedizione, dando così la possibilità anche a coloro (giovani, neolaureati, professionisti) che gratuitamente darebbero il proprio contributo per risanare certe situazioni apparentemente senza via d’uscita.

“Cercasi consulenti e criminologi nel comune di….”. Dovrebbe essere questo il manifesto da vedere appeso alle bacheche dei profili facebook, twitter o piazze cittadine. Si è consapevoli di quanta necessità di forze dell’ordine ci sia in Italia e di quanta criminalità si stia risvegliando in questo “periodo di magra”, è in merito a queste certezze che bisogna fare pressione, rivalutare determinate figure di investigatori ausiliari. Un contributo silenzioso, quasi d’intelligence, che senza dare nell’occhio, sia una presenza fissa, familiare e costante.

di Vito Franco

LE INIZIATIVE

Da “L’Avvenire”

Molti non ne conoscono la presenza ma esiste sul territorio un progetto intitolato “Culle per la vita” lanciato dal Movimento per la vita italiano. Le culle oltre che ad accogliere in sicurezza bambini e nell’anonimato le donne, si pongono al centro del tessuto urbano come presenza profetica di una cultura dell’accoglienza e del rispetto della vita che è la stessa oggi come ieri.

Le madri in difficoltà possono rivolgersi anche al numero verde 800.400.400, dedicato al Progetto “Madre segreta” che promette alle minorenni incinte che si trovano in difficoltà di chiedere un aiuto gratuito alle assistenti sociali.