“Italia si, Italia no, Italia boom!” è l’inizio della celebre canzone del gruppo “Elio e le storie tese”.
Oggi quel “boom” c’è stato e l’Italia è perfettamente in bilico fra il “si” e il “no”. A fare da ago della bilancia c’è lui, il comico Beppe Grillo che da qualche anno è diventato l’unica speranza agli occhi di chi non sa più che Santo votare.
Di voti, Grillo ne ha presi tanti e il Movimento 5 Stelle è oggi il primo partito italiano, più di quanto le più ottimistiche previsioni avevano lasciato intendere. Ma oggi quella voglia di cambiamento potrebbe rivelare l’altra faccia della medaglia, quella più pericolosa. Togliendo per un attimo dagli occhi i fumi della vittoria, si scorge un panorama preoccupante. Ricordiamoci infatti che le elezioni hanno pur sempre uno scopo: permettere ad un governo la realizzazione di riforme.
L’attuale situazione politica invece restituisce al Paese una situazione di ingovernabilità assoluta: un terzo degli italiani è convinto che Bersani incarni l’“Italia più giusta”; un terzo pensa che Berlusconi sia troppo simpatico per essere lasciato in un angolo a meditare; un terzo vede in Grillo l’incarnazione del “vaffa” nazionale a tutta una classe dirigente. Il risultato è il desiderio di un governo che sia al contempo simpatico, giusto e anche un pò maleducato. E’ una via percorribile? Secondo Grillo non lo è; per Bersani può esserla; Berlusconi ha altro a cui pensare in questi giorni.
Ecco allora che il “voto di protesta” tanto auspicato in campagna elettorale diventa in queste ore una lama che pian piano rischia di trafiggere sempre più l’Italia. Il paese ha bisogno di essere governato perché non è più pensabile ad una nuova elezione con tempi che brucino riforme necessarie.
Per di più, in questi giorni il M5S assume toni che sembrano non esattamente consoni alla situazione. Si sa che in un Paese civile il voto è specchio degli elettori e dunque del popolo. Rifiutare qualsiasi alleanza ha il sapore di una ripicca che non possiamo permetterci; non concedere la fiducia a nessun governo significa non avere ben compreso che la politica è innanzitutto senso di responsabilità, lo stesso che è stato invocato (e contestato) a tutto l’arco parlamentare italiano nel corso della campagna elettorale grillina.
In questo momento il desiderio di potere (legittimo se ispirato da buoni sentimenti) si scontra con la necessità di dare un futuro ora, senza lasciar passare troppo tempo. Il lavoro, la competitività sul mercato e gli ammortizzatori sociali sono temi che non possono attendere oltre.
Vige in queste ore un’assenza di potere che comporta il solo rischio di logorare il potere stesso, quello che potrebbe cambiare l’Italia prima di vedere sprecato il denaro versato durante la cura montiana.
E’ questa l’ora per capire se, oltre la passione, nel M5S vi è anche la comprensione di cosa sia la vera essenza del fare politica. Il Paese si è espresso facendo capire a Grillo che non può pretendere di governare da solo e pertanto vale la pena ricordare la predetta canzone di Elio concludendo che, caro Grillo, “puoi dir di si, puoi dir di no, ma questa è la vita”.
di Pasquale Ragone