(foto fonte web)
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Nelle acque della tranquilla Amity Island, isoletta al largo della East Coast che campa di turismo, uno squalo minaccia i bagnanti. Il sindaco nega il divieto di balneazione, nonostante le pressioni del capo della polizia.

Uno dei più grandi successi commerciali di ogni tempo, il primo colpo grosso ai box office del 29enne di Cincinnati Steven Spielberg. Addirittura elementare nella costruzione della suspence, è tuttora un esempio da manuale per come adopera, accorciandoli o dilatandoli, i tempi cinematografici per giungere all’obiettivo (che in questo caso è semplice intrattenimento); strepitoso anche l’uso della musica di John Williams, arcinota paraninfa dello squalo del quale accompagna le soggettive subacquee.

Più in profondità, si ritrovano già alcuni dei temi in futuro cari a Spielberg: il rispetto che l’uomo deve alla natura, la fiducia nella tecnologia e nel progresso, l’esortazione all’uomo a superare le proprie paure (Brody è idrofobo); ideali che vanno di pari passo con una classica storia di amicizia virile che decretò lo strepitoso exploit ai botteghini del film (260 milioni di dollari incassati solo in America a fronte di una produzione di appena 7 milioni).

Lo squalo

(Steven Spielberg, 1975)
genere: Thriller

http://cinema-scope.org/

recensione di Giuseppe Pastore