(foto fonte web)
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Si chiedono sacrifici gravi e in tempi stretti perché da questi poi verrà la crescita economica.

La ricetta è quella che la politica ripropone ogni volta, ma spesso con scarsi risultati. Il debito italiano è tra i più alti del pianeta e le conseguenze ricadono sempre e solo sulle classi sociali meno abbienti, mentre i governanti sono liberati da ogni responsabilità politica perché sono i mercati finanziari a chiedere e l’Europa a eseguire.

L’Unione europea ha, infatti, sacrificato la sovranità dei suoi cittadini più deboli in Grecia, in Portogallo, in Spagna e ormai anche in Italia alle richieste delle agenzie di rating, i cui verdetti offrono alle istituzioni uno straordinario alibi per la loro irresponsabilità. Le prime mosse del governo Monti non sembrano andare verso la direzione sperata.

Le lobby resistono alla manovra e rimane un deficit di equità che ne indebolisce l’intero impianto. Predomina il rigore mentre lo sviluppo deve ancora dispiegarsi. E mentre regna la confusione sulle scelte di bilancio, il cancro del debito pubblico divora la solidità del Paese ripercuotendosi anche sulla stabilità democratica.

Info e dettagli

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MARCELLO DEGNI e PAOLO DE IONNA

La voragine. Inghiottiti dal debito pubblico

casa editrice: Castelvecchi