Uscito di galera con l’“aiuto” della moglie, assai convincente con un uomo d’affari che riesce a farlo rilasciare, il rapinatore Doc McCoy prende parte ad un grosso colpo in banca per sdebitarsi; ma qualcosa va storto e i coniugi McCoy sono costretti a scappare col malloppo, nel tentativo di raggiungere la frontiera del Messico prima di essere catturati dalla polizia o dagli altri complici.
Ottavo film di Sam Peckinpah, uno dei suoi più famosi e di successo; action-thriller grandi firme in cui, tra i collaboratori, spiccano i nomi di Walter Hill alla sceneggiatura, Walter Murch al montaggio (eccellente) e Quincy Jones alla colonna sonora (gran classe).
Il signore e la signora McCoy sono due tra i personaggi più compiuti mai comparsi in Peckinpah, che qui si diverte a scompaginare le tradizionali dinamiche di coppia in fuga per mostrarli veri, litigiosi, “problematici”; al road-movie non partecipanodue caratteri monodimensionali ma invece in costante crescita, che hanno sia uno scopo pratico (raggiungere il confine del Messico) che uno implicito (ritrovarsi come coppia, superare le reciproche diffidenze passate e presenti, insomma raggiungere la felicità). Regia riposata ma capace di momenti di alto stile, come la scena della rapina.
La volontà di gabbare l’ordine costituito (i rapinatori “cattivi” e soprattutto la polizia) ha la meglio, in fase di plot, sul finale un po’ risaputo à la “Bonnie & Clyde”. Steve McQueen parla poco e parla pesante; Ali McGraw, splendida, ha momenti in cui toglie il fiato. Un fiacchissimo remake nel 1993 con Alec Baldwin, Kim Basinger e James Woods.
Mai rubare alla stazione e poi prendere il treno.
Getaway, il rapinatore solitario
(Sam Peckinpah, 1972)
genere: Thriller
http://cinema-scope.org/
recensione di Giuseppe Pastore