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Introduzione

Nella società di oggi il confine tra il concetto di vita e quello di morte si è fatto tanto tenue e sottile: l’uno e l’altro hanno perso buona parte del loro significato sacrale.

Se per molti il suicidio è fonte di crescente interesse e di malcelata inquietudine, per latri rappresenta l’oggetto di una profonda e necessaria negazione. La condotta suicidaria è così diventata, secondo l’assunzione di un diverso punto di vista, un risultato del cambiamento sociale, l’esplosione di un’ anomalia comportamentale o l’atto che cela una vulnerabilità caratteriale.

Il problema del suicidio è un argomento assai complesso. Con l’ausilio del metodo grafologico, si può prendere in considerazione questo tema. La Grafologia, è una disciplina che studia la scrittura e da questa trae le indicazioni per conoscere e tracciare il profilo di personalità dello scrivente.

Analisi di un giovane suicida di 15 anni

Viene presentato il caso di un nucleo familiare nel quale il figlio all’ età di quindici anni si è tolto la vita sparandosi alla tempia.

Verranno prima esaminate le grafie dei genitori dando un quadro sintetico della loro personalità, la grafia della zia presso cui si è trasferito il bambino all’ età di 10 anni, ed infine seguirà un breve excursus sulla storia del giovane in base a saggi grafici rappresentanti vari momenti del suo sviluppo.

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 Persona che si muove ed agisce con forte attenzione e ordine, e si rapporta con gli altri con certa distinzione. Buona capacità di programmazione, responsabile e flessibile. Nella capacità di analisi e sintesi cura e non trascura i particolari, ma possiede anche scioltezza nei procedimenti mentali di associazione.

Apertura e disponibilità, scioltezza e spontaneità nel rapportarsi con gli altri. Buona comprensione dell’ animo umano, sia nei rapporti affettivi che nella socializzazione.

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Persona disinvolta nei procedimenti mentali, consequenzialità, logica e continuità nei processi associativi, ma per la preoccupazione ed indecisione ha la necessità di specificare ogni cosa. L’ attenzione è selettiva e volontaria per la preoccupazione nel fare le cose. L’ apprendimento è agile per l’intuizione e scioltezza associativa. La capacità di analisi e sintesi è buona per la rapidità nel passare dalle premesse alle conclusioni, ma la sua insicurezza fa si che il soggetto controlli ogni sua azione. La comunicativa è organizzata e vivace.

Dotato di una buona socializzazione nel momento dell’incontro con l’altro ha comunque la preoccupazione di bene apparire. Nell’ affettività il soggetto è instabile per le modificazioni degli atteggiamenti.

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La scrittura si presenta angolosa. Trasmette senso di soffocamento, durezza affettiva e grettezza intellettiva. Infatti la scrivente possiede scarsa disponibilità ad accettare le idee degli altri. Vivacità reattiva di risposta alle stimolazioni e ai processi mentali. Capacità di risolvere i problemi è cavillosa per la ricerca dei significati e delle motivazioni. La comunicativa è chiara e ben organizzata, ma l’instabilità e i turbamenti emozionali tolgono serenità e creano scarsa capacità decisionale.

Spirito di contrasto e contraddizione, esigenza e pretesa nei confronti dell’altro, ma in continuo contrasto per il timore di perdere sempre qualche cosa.

Dell’autore della grafia maschile, di anni 15 al momento del suicidio, vengono presentati quattro saggi, vergati rispettivamente a 8, 11, 13, 15 anni. Nei primi due saggi del bambino si osserva la presenza di un quadro evolutivo con buone potenzialità intellettive sulla base di una elevata recettività e sensibilità.

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Nel saggio relativo ai 13 anni (2° media), emerge la sofferenza interiore. La grande sofferenza ed angoscia ne condiziona le sue potenzialità intellettive e comportamentali. Infatti presenta forte disadattamento nella socializzazione per diffidenza, cautela e timore di rimetterci per qualche cosa.

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La grafia vergata nell’ anno del suicidio, sembra prendere più respiro per quanto riguarda le ampiezze, ma aumentano le insicurezze e le titubanze.

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Per quanto riguarda l’organizzazione e metodo, il soggetto è dotato di un’intelligenza discretamente vivace, fornita di una certa originalità. Si impegna molto ad approfondire e a controllare la validità delle cose, ma con scarsa efficacia e poca ampiezza di vedute.

Buona la capacità attentiva, tenuta e costanza applicativa, ma a causa di insicurezze, dubbi ed incertezze, dubbi ed incertezze, il soggetto ha difficoltà decisionale che ritarda le conclusioni.

Disponibile all’ ascolto della tesi altrui, rivela comunque lacune per lo scarso controllo delle motivazioni. Non cade nella avventatezza perché si preoccupa di guardare le sue idee e i suoi punti di vista, anzi potrebbe essere diffidente nel considerare quello che gli viene detto.

Nella capacità di ragionamento e critica ha potenzialmente una buona analisi, ma sintesi difficoltosa per il timore di sbagliare e nelle scelte da fare e per la diffidenza e complicatezza di pensiero. La comunicativa è ricca nel pensiero, ma possiede complicatezza espositiva che non riesce a pronunciarsi in modo preciso e chiaro.

Nel temperamento ha vivacità e sensibilità, disposizione al rapporto umano, a comunicare ed a dialogare, però sempre in maniera piuttosto cauta e controllata nel senso che non si lascia andare, anzi si chiude in se stesso.

Infine nell’ affettività è preoccupato, ansioso e possiede una insoddisfazione di fondo su tutte le cose che vengono fatte sia da stesso che dagli altri.

Conclusioni

Dallo studio effettuato è possibile verificare che la grafologia può porsi come strumento d’indagine finalizzato al tentativo, sia di comprensione delle motivazioni di carattere temperamentale che possono aver indotto al gesto, che alla comprensione evolutiva di segni di disagio che possono essere individuati dall’iter adolescenziale.

Ci si è chiesti, con rammarico e forse con dolore, se la diffusione della cultura della consulenza grafologica, utilizzata con finalità preventive, non potrebbe realmente aiutare ad individuare casi a rischio, giovani in crisi.

di Krizia Lestingi