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La famosa pornostar si racconta in un libro: gli incontri con i personaggi famosi, le “sessioni di gruppo” e le fantasie più nascoste dei potenti d’Italia

L’autobiografia di Lea di Leo, all’anagrafe Sonia Faccio, pornostar veneta e showgirl di punta di 899, è stata sequestrata dalla Guardia di finanza di Marsala.

Nessun problema etico, in un paese in cui la monogamia non sembra più un valore, bensì un’inchiesta sulla piccola casa editrice siciliana “Imart” e sul suo proprietario Giuseppe Aleci, ora a giudizio insieme al direttore editoriale Gaspare Richichi.

Troppa la tentazione dei due di guadagnare qualche soldo extra, quando la Faccio ha consegnato il manoscritto: una serie di nomi importanti, tra calciatori, attori e politici che avrebbero sicuramente pagato per vedere il proprio nome cancellato come un refuso.

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Mai correzione di bozza fu più costosa. Per ora però nessuno ammette l’estorsione: tra i calciatori, Iaquinta, Borriello, Reginaldo, Ambrosini, Bojinov, Inzaghi, Galante, Coco, Toni e Bressan dovranno presentarsi in tribunale. Ammettono il sesso, non il ricatto.

Diversa la posizione dell’ex vice-Ministro per l’Economia Mario Baldassarri, che nega qualsiasi coinvolgimento, a differenza dei cantanti Fabri Fibra e Gianluca Grignani, del giornalista Amedeo Goria e del rugbista Dennis Dallan, tutti finiti tra le lenzuola più famose d’Italia.

Voce fuori dal coro quella dell’attore Matteo Branciamore, il “Marco” dei Cesaroni, che avrebbe rifiutato la richiesta di denaro della casa editrice: “Gentile signore, le chiediamo la liberatoria perché il suo nome compare nell’autobiografia di Lea di Leo che sta per essere pubblicata dalla nostra casa editrice.

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Il libro è già in stampa. Se lei non autorizza la citazione, le spese per ristampare il volume vanno dai 20 ai 40mila euro”. Curiosamente, nessuna liberatoria è stata ritrovata negli uffici della casa editrice.

Evidentemente tutti i coinvolti erano disposti a farsi la Faccio, ma senza metterci la faccia.

 

di Nicola Guarneri