‘Il longevo del giorno prima dell’ultimo dell’anno’ suona orribile, quindi vorrete scusare questo errore voluto nel collegare quest’articolo all’omaggio a Chaplin della settimana scorsa. Oggi ci troviamo di fronte a qualcosa di simile ma allo stesso tempo opposto.
Se infatti nel caso di Chaplin abbiamo ricordato una stella internazionale degli anni ’40, oggi ci ritroviamo a fare gli auguri di buon compleanno a un’icona del cinema italiano nata negli ’70, che si trova a festeggiare nel 2012 i suoi ottant’anni, che verrà sempre ricordato -con suo piacere, a sentire le sue parole- per il personaggio del ragioniere simbolo e finestra dell’Italia post-boom economico: Paolo Villaggio.
Nato a Genova nel 1932, i più giovani probabilmente non sanno che Paolo Villaggio non comincia la sua carriera artistica come attore. Durante la sua vita, il genovese è passato per vari mestieri, uno dei quali intrattenitore su navi da crociera, una nomea legata negli ultimi anni a Silvio Berlusconi, del quale infatti Villaggio si ritrovò collega con l’amico di lunga data Fabrizio De André.
Un amicizia che si trasformò anche in collaborazione artistica, visto che di Villaggio sono i testi delle canzoni Il Fannullone e Carlo Martello ritorna dalla Battaglia di Poitiers. Fu la sua ‘militanza’ nelle file impiegatizie dell’Italsider l’incipit che portò l’attore a creare il personaggio di Ugo Fantozzi.
In un’intervista rilasciata di recente al quotidiano La Repubblica, Villaggio dichiara: “Impiegato per modo di dire. Non si faceva un c***o. Meraviglia assoluta. Una gara a chi produceva di meno. Tutti dormivano. Non per stanchezza. […] In questo clima nacque Fantozzi, il vicino di scrivania.”
Il personaggio diventò tuttavia prima bestseller letterario e poi cult Italiano solo negli anni settanta. L’attore genovese passò prima per il teatro e la televisione. Villaggio militò per anni nelle file della Compagnia Goliardica di Mario Baistrocchi, dove creò il personaggio del professor Kranz, ed è in queste vesti che venne notato da Maurizio Costanzo nel 1967. Il conduttore gli suggerì di esibirsi a Roma in un Cabaret locale.
L’attenzione e il successo furono tali da fargli fare il salto nelle reti Rai, con la trasmissione Quelli della Domenica, dove al personaggio di Kranz si affianca quello che diventerà uno dei suoi più famosi, Giandomenico Fracchia. Il genovese continua nel frattempo il flash-out e la costruzione del ragioner Ugo, che troverà la sua forma finale nel bestseller del 1971 e sua opera prima Fantozzi, diventando anche un caso internazionale: vinse infatti un premio letterario nell’allora Unione Sovietica.
Villaggio stava muovendo i primi passi sullo scenario cinematografico -anche grazie al sodalizio con Vittorio Gassman, conosciuto durante le riprese del film Brancaleone alle Crociate- e l’opportunità di trasportare Fantozzi sul grande schermo, donando a Villaggio una fama e un nome che non si sarebbe più scrollati di dosso, venne nel 1974 dietro interesse della casa di produzione Rizzoli.
Dettaglio forse non noto è che in primis Villaggio non avrebbe dovuto interpretare il personaggio da lui creato. Si convinse a recitarlo solo dopo il rifiuto dapprima di Renato Pozzetto e poi di Ugo Tognazzi. Il successo fu eccezionale, legando per sempre Villaggio al cinema comico e generando la longeva saga, senza però confinarlo a quel tipo di attività.
Paolo Villaggio ha inanellato una carriera come regista e conduttore televisivo -anche a Striscia la Notizia, con partner Massimo Boldi- e sempre come attore è arrivato a collaborare con Fellini -con La Voce della Luna vince il suo primo David di Donatello-, e molti della mia generazione lo ricorderanno vocalmente al fianco di John Travolta nei due Senti chi Parla -sua infatti è la voce italiana del bambino protagonista, Mickey-, e numerose sono le sue incursioni nel cinema d’autore -come Io, speriamo che me la cavo- e nel cinema in generale, anche recentemente -sembra fatta per lui la parte del professore universitario in Generazione 1000 Euro-
Un artista dalle molte facce, la cui attività non si è mai fermata e che sarà sicuramente ricordata, legata per sempre al suo nome ed inevitabilmente il suo nome legato al suo personaggio più famoso.
Gli 80 anni sono il secondo traguardo raggiunto da Villaggio: il primo è stato quello di sopravvivere al suo stesso personaggio.
di Simone Simeone