L’approvazione dell’accordo tra Regione Lazio e Comune di Roma risale all’aprile del 2005. Le tempistiche riportate erano state chiare: dalla firma delle convenzioni 48 mesi
Il vice Presidente dell’Assemblea elettiva di Roma, Mirko Coratti, è stato chiaro:«La riqualifica delle periferie risale al 1993 ma, per fare un esempio, il progetto di Piazza Minucciano vedrà la luce tra i due e i cinque anni». Le tempistiche non si sono solo allungate, ma perse nel nulla. Questo soprattutto a causa di manovre politiche che vanno a discapito dei servizi per i cittadini: lo scorso mese le proposte di deliberazione relative alla manovra urbanistica in questione sono state poste all’Ordine del lavori dell’Assemblea Capitolina durante la conferenza dei Capigruppo su proposta dell’Onorevole Gramazio, ma con il disaccordo dell’opposizione.
Proprio per questo il Presidente dell’Assemblea Capitolina è stato tenuto a rimettere all’Aula la decisione in merito all’approvazione dell’Ordine dei lavori. Conseguenza? Nuovo rinvio. Lo conferma il Presidente del Partito Democratico del IV Municipio Claudio Ricozzi che ha spiegato come:«L’accordo di programma fu siglato nel lontano 1993 e che tutte le opere funzionali allo stesso sarebbero gravate per il 30% al bilancio della pubblica amministrazione e per il 70% sulle spalle dei privati che si fossero atti avanti. Il progetto però si è arenato nel tempo perché i costi per i privati si sono decuplicati e solo per fare un esempio la conclusione dell’area di Villa di Faonte (collegamento tra Vigne Nuove e Bufalotta) vedrà la luce tra qualche mese mentre nei piani doveva essere concluso da anni».
Ma come ci insegna la storia, ogni periodo transitorio che si rispetti anche questo – molto delicato – sta portando i suoi frutti, nel bene e nel male. Gli imprenditori lo sanno e per questo avanzano i progetti finali proprio in queste fasi, ovvero nel pre–elezioni: i politici prometteranno la luna ai cittadini, tanto il rispetto delle tempistiche a Roma più che la norma è l’eccezione. Oggi in ogni caso, il programma di recupero urbano Fidene – Val Melaina sembra ripartire.
Come dicevamo, tutto cominciò dal Decreto Legge del 5 ottobre 1993 n.398 convertito in legge 2 mesi più tardi che istituì i Programmi di recupero urbano intesi come sistemi coordinati di interventi pubblici e privati finalizzati alla riqualificazione degli insediamenti di edilizia residenziale pubblica. Nel febbraio del 1994 il Comune di Roma sottoscrisse con il Ministero dei Lavori Pubblici e la Regione Lazio un protocollo d’intesa per il finanziamento di tali programmi attribuendo ad essi un importo di 400 miliardi di lire: Fidene – Valmelaina fu una delle aree interessate.
Dunque dopo l’adesione dell’allora sindaco Rutelli, il programma fu ripreso nel 2005 da Veltroni che aderì al progetto di recupero urbano a nord est della Capitale. A tutti coloro che hanno protestato per l’imminente colata di cemento c’è da dire che i permessi sono stati rilasciati dalla Regione Lazio il 1 febbraio 1995 con la Delibera di Consiglio Regionale n.1105 ossia quando venne approvato il programma di edilizia sovvenzionata ’92-’95.
Questo per chiarire come costruttori che nel giro di un paio di anni daranno un volto completamente nuovo a Piazza Minuciano eseguiranno dei lavori previsti da quasi 20 anni! A proposito di questo comparto, si punterà alla valorizzazione del parco retrostante la piazza attraverso la costruzione di un asilo, una piscina, un complesso residenziale all’avanguardia e un sentiero pedonale/ciclabile che collegherà – in modo più ortodosso, quindi illuminato – la piazza alla stazione Nuovo Salario.
Ma ovviamente questo è solo uno dei punti nevralgici del programma di recupero Valmelaina – Fidene che prevede una serie di migliorie. Le opere pubbliche sono complessivamente 28, il costo complessivo degli interventi pubblici nel 1993 fu stimato in circa 67 miliardi di lire così ripartiti: 15 miliardi coperti da finanziamenti regionali ex L.493/93, 47 miliardi da oneri a carico dei privati e 5 miliardi con fondi ordinari del bilancio comunale.
Le opere prioritarie che dal principio dovevano essere finanziate con questi fondi sono: il collegamento Fidene-Villa Spada-Via Salaria con la sostituzione dell’attuale ponte sopra la ferrovia con una strada a doppia corsia; le ristrutturazioni delle scuole Stern, Uruguay, Massaia e la ricostruzione della scuola materna S.Felicita che versano in condizioni di degrado. Altre opere secondarie a scomputo saranno: il risanamento degli elettrodotti, il completamento del Parco archeologico della Villa di Faonte con un museo archeologico ricavato da un casale ristrutturato; un centro sportivo e un nuovo centro anziani a Fidene oltre al rifacimento della strada che collega Via Tina Pica alla stessa Borgata.
A Vigne Nuove dovrebbe sorgere una biblioteca sulla piazza di Largo Lumiere a spese dell’impresario che costruirà un nuovo complesso residenziale finora rimandato a causa delle controversie con l’associazione case popolari. Infine ritornando al primo punto: Piazza Minucciano era destinata a diventare il palcoscenico di un nuovo centro commerciale ma a causa della presenza di altri due simili colossi (Bufalotta e Porta di Roma), è stata vagliata la trasformazione del complesso in residenziale.
Come ci spiega Coratti: «grazie all’interesse pubblico alla non realizzazione del commerciale, l’amministrazione municipale otterrà circa 15 milioni di contributo straordinario per la trasformazione in residenziale». Dunque il primo punto ha subito una variazione, per tutti gli altri i cittadini sperano di non dover aspettare altri 20 anni prima di potersi recare in una nuova biblioteca o nel centro anziani: per qualcuno potrebbe essere troppo tardi!
Di Daniele Pellegrino