Determinare il profilo psicologico di chi abbiamo di fronte è da sempre stato il sogno di tutti; cercare di capire cosa che passa nella mente dell’altro, dà un senso di soddisfazione e potere, che chiunque vorrebbe avere tra le mani. Ma se da qui, si passa a un discorso più denso come la psicologia criminale, tutte le attività intraprese possono pure cessare, e che “il gioco abbia inizio”.
Serie tv e media, hanno bombardato i telespettatori dell’adrenalina e del fascino dell’indagine, l’intrigo e il colpo di scena sono fattori determinanti nel coinvolgimento degli utenti di qualsiasi fascia.
Ma allora come è che si profila un’analisi psicologica verso l’autore di un crimine?
Il profiling, secondo Holmes, si dovrebbe comporre di tre obbiettivi: valutazione psicologica e sociale del criminale, valutazione psicologica dei reperti rinvenuti sulla scena del crimine, potenzialmente attribuibili al sospettato e una strategia di interrogatorio quanto più efficace in caso di cattura.
Tracciare il profilo è un’attività complessa che richiede la conoscenza teorica e pratica di molte tra le Scienze forensi, quali: la psicologia, la sociologia, la criminologia, biologia, e giurisprudenza, necessarie all’identificazione dell’homen crimines.
Il criminal profiling si applica nei casi irrisolti, quando gli investigatori non avendo una pista, cercano nei dati apparentemente trascurabili, il carattere dell’offender; una scena del crimine in subbuglio o immacolata, un depistaggio ben organizzato, un’impronte lasciata volutamente, danno una veduta molto verosimile su chi si ha a che fare.
Ognuno ha una propria metodologia e fantasia nel comporre il proprio scenario o teatro di sangue. Le perpetrazioni del crimine esibiscono un determinato modello comportamentale, il quale lascia inevitabilmente qualcosa che parli del proprio essere e delle tracce legate al suo inimitabile modus operandi.
Così, si inizia a fiutare su tutto ciò che possa avere dei collegamenti diretti o i indiretti con l’autore del reato; da qui l’importanza del chiarimento sul sesso, sulla fascia d’età e sulle plausibili relazioni con la vittima.
“Quando due oggetti entrano in contatto, ognuno lascia sull’altro qualcosa di sé; quindi un individuo che commette un crimine lascia qualcosa di sé sulla scena del crimine e, parallelamente, qualcosa del luogo del delitto rimane sul reo”.
di Vito Franco