Vita e morte di Mary Pirimpò, la prostituta che ha ispirato a Fabrizio De André La canzone di Marinella, cambiando la storia della canzone italiana
La canzone di Marinella, è una pietra miliare nella storia della musica italiana, di sicuro un riferimento imprescindibile per diverse generazioni di cantautori. Fabrizio De André ha sempre sostenuto di aver scritto questo brano ispirato da una storia realmente accaduta, ma aveva perso il ricordo di come ne fosse venuto a conoscenza.
Dopo cinquant’anni Roberto Argenta, partendo da solide supposizioni ripercorre le tracce che portano a scoprire il fatto di cronaca che colpì così intimamente De André e gli permise di scrivere un capolavoro. Questo libro è il coinvolgente resoconto dell’indagine, un lavoro minuzioso, supportato da metodo e passione che ci porta a ritrovare la triste storia di Marinella, quella vera.
Non ricordo esattamente da quanto tempo conoscevo che l’origine de La canzone di Marinella fosse astigiana, in ogni caso da molti anni. È rimasta una vaga idea per molto tempo, senza che mai mi fosse venuta la curiosità di approfondire la verità storica. Nell’estate del 2006 una signora conosciuta grazie al mio lavoro di psicologo mi descrisse un sogno: «Dopo essere scivolata nelle acque di un fiume, mi sono ritrovata, senza sapere come, molto in alto, asciugata da un vento caldo».
«Un po’ come ne La Canzone di Marinella di De André» commentai.
«Spero come nella canzone e non come nella vera storia che pare riguardasse una prostituta assassinata e gettata nel Tanaro» fu la replica.
Quelle poche parole ravvivarono il ricordo: la canzone, il Tanaro o la Bormida , l’articolo di giornale probabilmente astigiano letto da De André a quindici anni. Perché non tentare di ritrovare di quel fatto di cronaca?