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Il top degli ultimi tempi? Il binomio sanità-santità. Il comune denominatore è la politica. Il più clamoroso appartiene stavolta al Premier.
E’ fin troppo banale criticare le sue parole ma appare doveroso. Definire la sanità italiana come un settore difficile da garantire, francamente, non può passare indenne tra le pagine di qualsiasi quotidiano, cartaceo e online che sia.

Ma possibile che Mario Monti sia stato colto da improvvisa “ischemia intellettiva” oppure le sue parole hanno un fondo, non solo di verità, ma anche di duplice significato? La verità è che la sanità ha visto negli anni precedenti una situazione sempre più grave: soldi spesi male, gente poco qualificata messa nei posti chiave degli Ospedali, utilizzo di quest’ultimi per garantirsi voti politici.

Tutto ciò ha ingrassato il sistema così tanto che oggi, in fase di revisione della spesa, anche le cose più necessarie finiscono sotto la lente d’ingrandimento.

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Chiedere 10 per avere 6
Monti ha in mente di tagliare servizi pubblici? Non è da escludere, ma forse il doppio fondo delle sue parole sta nell’agire da sprono per tutti coloro che invece si ammalano al solo sentire pronunciare la parola “tasse”.

La tattica del Professore è molto probabilmente la stessa di qualsiasi insegnante: drammatizzare una situazione per tirare fuori il meglio dall’alunno. Il concetto, in questo caso, è il medesimo: creare allarmismo attorno al settore della Sanità pubblica affinché gli “ingrassatori pubblici” la smettano di vedere quest’ultima come l’approdo per i propri fabbisogni.

In breve, il messaggio è chiaro: se chi è nella Sanità non la smette di sfruttare il proprio potere per aumentarne i costi (alias sprechi) il giocattolo si rompe e non diventa nemmeno più “sfruttabile”. Idem per chi ha il pensiero fisso dell’evasione. Cambiare la mentalità, insomma. Ecco il monito.

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Meraviglioso, ma come non ti accorgi…             
A proposito di mentalità, divertente l’intervento di Giuliano Ferrara giorni fa in merito al sequestro Spinelli. “Sublime, fantastico, meraviglioso…”, così ha definito l’intera vicenda il direttore de “Il Foglio”.

“Ho trovato meraviglioso il fatto che abbiano letto il rosario tutti insieme sul divano” ma soprattutto la comicità della scena dove il passamontagna viene restituito. “Lo immagini, vedo la scena, lì a dire: <Scusi, guardi che questo credo sia suo>”. Ferrara sa essere anche enigmatico oltre che ottimo oratore, definendo Spinelli non solo “un santo, ma ora è diventato anche martire”.

Spinelli è per davvero una persona perbene ma evidentemente a certe storie non crede più neanche Ferrara, puntando il dito contro il capo della banda, la mente dei ricattatori capace di mettere in piedi la storia del file compromettente. “Alla fine – aggiunge il Direttore – per partorire certe storie basta leggere i giornali e tenersi informati”.

Queste due notizie ci portano in poco tempo da una sanità in crisi a una santità oltre ogni limite.  E’ anche questo l’Italia, un viaggio ai confini della notizia, dalla concretezza più spietata all’evanescenza di storielle che aleggiano.

di Pasquale Ragone