Comando Provinciale Ascoli Piceno – 28 dicembre 2012 ore 9:24
La complessa attività di polizia economica e finanziaria è stata avviata a seguito di una mirata attività d’intelligence che ha consentito al Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Ascoli Piceno di pianificare, nel dettaglio, una serie di interventi operativi, materialmente attuati dalla Brigata di Porto San Giorgio (FM), che, in breve tempo, hanno determinato la raccolta di elementi probanti una consistente frode fiscale, attuata negli ambiti delle note “frodi carosello”
Le preliminari attenzioni investigative sono state infatti rivolte verso una società di capitali “unipersonale”, caratterizzata da un’elevata percentuale di acquisti di prodotti elettronici, che, per diversi anni, hanno interessato due sole imprese, una di queste in fallimentod, nei classici presupposti di indisponibilità delle strutture organizzative adeguate allo svolgimento dell’attività dichiarata e di mancanza di documentazione amministrativo-contabile obbligatoria.
I due fornitori, anch’essi costituiti attraverso società di capitali, relativamente all’attività esercitata di “commercio all’ingrosso di prodotti informatici”, sono risultati aver assunto il c.d. ruolo di “missing trader”, cedendo i prodotti elettronici solo “cartolarmente” e interponendosi, quindi, fittiziamente, tra il cedente comunitario e la società “unipersonale” di Porto Sant’Elpidio (FM) – nel frattempo interessata ad una verifica fiscale avviata dalle stesse Fiamme Gialle di Porto San Giorgio ed ostacolata, almeno nelle fasi iniziali, da una interposta asserita cessione delle quote societarie e contestuale trasferimento della sede in territorio ungherese – che, a sua volta, aveva assunto la veste di “stabilizzatore nazionale” (c.d. “buffer”) e, quindi, ceduto fittiziamente i medesimi beni (acquistati dal “missing trader”) agli effettivi acquirenti nazionali (c.d. “broker”), permettendo a quest’ultimi, mediante l’emissione di fatture soggettivamente false, di disporre sia di un indebito consistente credito IVA, sia di prodotti, ivi compresi gli smartphone di ultima generazione, da immettere sul mercato a prezzi sensibilmente inferiori a quelli normalmente praticati dagli operatori legali, con conseguente “inquinamento” del mercato.
Le attività hanno pertanto consentito di individuare un sistema di “frode carosello chiuso”, in cui sono risultati protagonisti, oltre imprenditori nazionali, anche operatori commerciali della Polonia e del Portogallo; a conclusione delle indagini di polizia giudiziaria delegate dalla Procura della Repubblica di Fermo in virtù della configurazione di una vera e propria organizzazione criminale dedita alla perpetrazione di reati di natura economica e finanziaria, sono state denunciate le seguenti 7 persone:
- quattro per associazione per delinquere ex art. 416 del Codice Penale, utilizzo di fatture per operazioni inesistenti ex art. 2 del D.Lgs. n. 74/2000, emissione di fatture per operazioni inesistenti ex art. 8 del D.Lgs. n. 74/2000 e occultamento/distruzione di scritture contabili ex art. 10 del D.Lgs. n. 74/2000;
- due per associazione per delinquere ex art. 416 del Codice Penale ed emissione di fatture per operazioni inesistenti ex art. 8 del D.Lgs. n. 74/2000;
- una per associazione per delinquere ex art. 416 del Codice Penale e occultamento/distruzione di scritture contabili ex art. 10 del D.Lgs. n. 74/2000.
Parallelamente all’individuazione e alla ricostruzione, nel dettaglio, di tutti i passaggi che hanno caratterizzato la consistente frode, le Fiamme Gialle di Porto San Giorgio, attraverso le peculiari attività di polizia economica e finanziaria, hanno segnalato all’Agenzia delle Entrate, per la conseguenti azioni di recupero, elementi positivi di reddito non dichiarati per 32 milioni di euro, elementi negativi di reddito non deducibili per 27 milioni di euro e violazioni all’IVA per 23,6 milioni di euro, consentendo, peraltro, anche l’assoggettamento a tassazione, ai fini dell’I.R.A.P., di una massa impositiva quantificata in 59 milioni di euro.
Evidenze tutte constatate nell’ambito di un già riscontrato articolato giro di fatture riferite ad operazioni inesistenti – sia emesse, sia utilizzate – che ha superato i 116 milioni di euro e che, per altra parte, è stato già ulteriormente sommariamente quantificato in altri 146 milioni di euro ad opera di “nuovi” 25 soggetti economici, anch’essi fornitori, “sulla carta”, della società di Porto Sant’Elpidio (FM), ubicati nei comprensori di Bolzano, Pordenone, Vicenza, Treviso, Verona, Padova, Torino, Alessandria, Milano, Lodi, Modena, Roma, Teramo, Napoli e Bari, già segnalati ai Reparti del Corpo territorialmente competenti per l’avvio degli accertamenti penali e amministrativi di circostanza.
Le attività della Guardia di Finanza di Porto San Giorgio sono proseguite ulteriormente verso la già avvenuta individuazione dei beni e delle disponibilità in capo ai componenti del gruppo criminale, per le conseguenti adozioni delle misure cautelari – sia penali, sia amministrative – per le quali sono state già informate le Autorità rispettivamente competenti.
Si sta chiudendo un anno alquanto significativo per il Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Ascoli Piceno che, in particolare, prima, con l’operazione “Night and day” del Nucleo di Polizia Tributaria di Ascoli Piceno e, oggi, con l’operazione “Best price” della Brigata di Porto San Giorgio, attraverso attività tipiche e alquanto impegnative, alcune delle quali ancora in corso, ha superato ogni record connesso alla scoperta delle fatture per operazioni inesistenti emesse e/o annotate – che, per i loro effetti di natura finanziaria altamente lesivi, costituiscono uno dei principali pericoli per la stabilità dell’Erario – che supera, infatti, i 500 milioni di euro.
(fonte Guardia di Finanza)