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Trasformato in mezzo uomo e mezza donna per volere degli dei
Ermafrodito fu il primo essere umano a possedere entrambi i sessi. Nonostante ciò il popolo romano ignorò le origini mitologiche degli androgini. Ermafrodito, come suggerisce il nome, nasce dall’unione tra Ermes (il messaggero degli dei, figlio di Zeus e della Pleiade Maia) e Afrodite, dea dell’amore, della caccia e della sessualità.

Annoiato dall’ambiente in cui vive (secondo il mito sarebbe stato allevato nelle grotte del Monte Ida, una montagna sacra nell’attuale Turchia) compiuti i quindici anni Ermafrodito lascia i propri affetti per andare ad esplorare il mondo.

Visita diverse città, fino ad arrivare al bosco di Caria, nei pressi di Alicarnasso (oggi Bodrum, sempre in Turchia). Arrivato nelle vicinanze di un lago viene avvistato dalla ninfa Salmace, che si innamora subito del giovane ragazzo.

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Appena Ermafrodito si bagna con le acque del lago, la ninfa chiede agli dei di potersi unire a lui per sempre; il desiderio viene esaudito e i due diventano un solo essere, metà uomo e metà donna.

Volere divino?
Gli ermafroditi sono quindi nati per volere divino; la nobile origine però non ha spinto il popolo romano ad un sentimento benevolo verso queste rare eccezioni. Secondo i romani infatti, l’ermafrodita (o androgino, che dir si voglia) era un vero e proprio mostro, che era riuscito a sfuggire alla divisione dei sessi.

La romantica unione nata dal mito e da un amore eterno viene presto dimenticata; per i romani rappresentava un serio pericolo per la cittadinanza e la sua nascita lasciava presagire eventi catastrofici e sciagure di ogni genere.

Anche Diodoro Siculo, uno storico greco antico, ne parla nella sua immensa Bibliotheca Historica: “ […] ci sono alcuni che dichiarano che tali creature dei due sessi sono mostruosità, e raramente venuta nel mondo, hanno la qualità del presagendo il futuro, a volte per il male e qualche volta buona”.

La soluzione romana non poteva che essere l’eliminazione dell’ermafrodita. Non bastava però uccidere gli androgini, il cui corpo sarebbe rimasto: andava cancellata ogni prova dell’esistenza del “monstrum”.

Spesso quindi, per una sorta di macabra ironia, il corpo dell’ermafrodita andava immerso in un lago, proprio dove il mito aveva avuto romanticamente inizio.

di Nicola Guarneri