energia luce
(foto fonte web)

 Errore amministrativo o gestione legale?

Per firmare c’è sempre tempo. Questo dovrebbe essere l’input di ogni pensionato che, prima di dare l’assenso al trattamento dei dati per la stipula di nuovi contratti energetici o del gas, è bene che si consulti prima con figli o persone di fiducia. Ciò per non incorrere in bollette inattese come nel caso del signor Umberto Ventucci costretto a pagare insieme luce e gas per un totale di 443 euro.

Eppure, secondo Ventucci, quando l’agente Eni si era recato presso la propria abitazione aveva specificato che il passaggio da Acea sarebbe stato rimborsato nella seconda bolletta e che gli utenti avrebbero pagato solo ciò che realmente avrebbero consumato.

Ritenendo l’offerta allettante, Ventucci ha firmato il nuovo contratto; ma il peso che il mese successivo questo ha avuto sul bilancio, non gli ha consentito di effettuare spese per quei viveri che in precedenza poteva tranquillamente supportare.

Fino a marzo la spesa delle bollette pagate regolarmente ogni trenta giorni, tra luce e gas, si aggirava intorno agli 80 euro. A inizio giugno, Ventucci si è visto recapitare una bolletta quasi sei volte di più rispetto al costo precedente (oltre 400 euro).

Ha quindi mandato sei fax tra la sede romana di Piazzale Enrico Mattei e quella di Milano di Peschiera Borromeo. Errore di gestione oppure è tutto nella norma? E’ quanto cercheremo di appurare seguendo la vicenda da vicino, pubblicandone i risvolti.

Sta di fatto che, all’indomani dell’invio del fax, un agente dell’Eni si è presentato alla porta di Ventucci dicendo: “Nulla è dovuto per il nuovo contratto”. Ma Come ha scritto lo stesso malcapitato in una lettera inviata all’Eni: “[Quella cifra, n.d.r.] E’ troppo per un pensionato! Paghiamo le bollette e rinunciamo a mangiare?”.

di Daniele Pellegrino