Foto, video, chat, sms, e-mail e social network sono le nuove auto-spie dell’uomo contemporaneo
Non è solo il Grande Orecchio dello Stato che potrà controllare ma ognuno di noi si sottopone ad una visione globale del proprio essere uomini o di ciò che si vuole far trasparire. Bisogna distinguere le informazioni che trapelano su un individuo in genuine ed artificiali.
Le prime sono quelle che caratterizzano lo stato e l’essere proprio del soggetto. Queste sono di solito quelle che scaturiscono dalle relazioni a due e soprattutto da quelle intime. Questo genere di informazione può essere utilizzata con un fine estorsivo, come accade nella maggior parte dei casi, a persone celebri e popolari oppure in escalation sociale o professionale.
Nessun dorma
Vari sono gli esempi che si possono citare, dalla politica allo spettacolo, come Carlo Gustavo di Svezia che i giornali hanno soprannominato il re riluttante perché sorpreso in compagnia di spogliarelliste. La lista è molto lunga, non tralascia neanche Israele, gli Stati Uniti e la Cina. Anche l’Italia è solita a questo tipo di situazioni.
Nella maggior parte dei casi si deve far riferimento a politici, che a prescindere dalla corrente di appartenenza, sono sempre più ricattabili per il loro stile di vita. Questi scandali pregiudicano la vita personale di coloro i quali li subiscono ma nella maggior parte dei casi attentano indirettamente alla sicurezza ed equilibrio dello Stato.
Queste vicende soprattutto in Italia non si esauriscono con le dimissioni dal ruolo che si ricopre. Spesso vengono evidenziate come mere storie da gossip ma in realtà hanno rilevanza assai diversa per lo Stato.
Le informazioni artificiali, invece, sono quelle create attraverso la strategia e l’illusione. Vengono create appositamente per dar vita ad un personaggio simbolo o per gli scopi più svariati come quello di adescare delle vittime.
Un esempio si ha con i profili dei social network creati appositamente per avvicinare bambini ad opera di pedofili oppure per entrare in relazione con ragazze. Questo utilizzo distorto dell’informazione è soprattutto opera di soggetti incapaci di gestire relazioni.
Siamo spiati, molto più spiabili e a volte tutto questo ci piace. Non sono fantasie paranoiche ma concrete preoccupazioni.
di Luca Fortunato