Un esempio da inseguire, un matrimonio da correggere e un trono da conquistare: la storia di Tullia Minore
Una sfrenata voglia di potere caratterizzò la vita di Tullia Minore, seconda figlia di Servio Tullio. La secondogenita del re di Roma aveva un esempio, ammirando in maniera sfrenata Tanaquil: pur essendo straniera, la giovane era riuscita a fare salire sul trono prima il marito, Tarquinio Prisco, e poi il genero, Servio Tullio appunto.
Un capolavoro di intrighi
Un capolavoro di intrighi e diplomatico che Tullia Minore ha messo in atto in modo esemplare nella propria vita, anche quando i fatti sembravano portare a una soluzione diversa. Il padre Servio infatti offre in sposa la figlia minore ad Arrunte Tarquinio, mentre Tullia Maggiore sposa Lucio Tarquinio.
Lucio è il più grande e ambizioso dei fratelli Tarquinio e attira subito l’attenzione di Tullia Minore, che ci mette poco a conquistare il suo cuore. Dopo una serie di raggiri, riesce a convincerlo a compiere l’atto finale: mentre lei uccide Arrunte, lui fa uccidere la sorella maggiore e così entrambi si ritrovano liberi dai vincoli matrimoniali.
La vicenda è narrata da Tito Livio, che spiega anche la posizione del padre: “Lucio Tarquinio e Tullia Minore, dopo aver reso libere le loro case per nuove nozze, con due funerali quasi contemporanei, si unirono in matrimonio; Servio, più che approvare, non si oppose”.
I sicari di una volta
Un’unione che doveva essere compiuta a tutti i costi secondo la figlia minore di Servio Tullio. Il diabolico matrimonio messo in atto da Tullia non è che l’inizio del suo ambizioso progetto; giorno dopo giorno, sfianca il nuovo marito chiedendogli di uccidere il proprio padre.
La sua perseveranza e il suo carisma convincono Lucio ad accusare Servio Tullio di aver usurpato il trono; ne nasce una lite, durante la quale il re cade dalle scale ricevendo un brutto colpo.
La caduta non produce danni letali ma alcuni sicari finiscono l’opera; il progetto di Tullia si compie e il marito viene incoronato re, oggi ricordato come Tarquinio il Superbo.
Sempre Tito Livio racconta in un episodio la spietatezza della giovane Tullia; alcuni giorni dopo l’assassinio del padre ne trova il cadavere per strada e ordina al servo di infierire: “Narrano che lì venne consumato un atto orrendo e disumano: invasata dalle Furie vendicatrici della sorella e del marito, Tullia calpestò col cocchio il corpo del padre”.
di Nicola Guarneri