Vent’anni fa a Foligno l’orrore degli omicidi seriali che sconvolsero l’Italia
Sono passati vent’anni dai tragici eventi che colpirono l’Umbria e soprattutto la zona di Foligno. Molti di noi all’epoca dei fatti erano dei bambini che giocavano felici e spensierati, non curanti e ignari delle brutalità con cui due piccole creature innocenti venivano uccise.
La vicenda è quella del giovane Luigi Chiatti, un geometra soprannominato il “mostro di Foligno” che tra il 1992 e il 1993 uccise il piccolo Simone Allegretti (3 anni) e Lorenzo Paolucci (13 anni).
Indizi di serialità
Il modus operandi del geometra rispecchia quello della stragrande maggioranza degli assassini seriali, ovvero un tipo di aggressione che implica il contatto con la vittima. Chiatti infatti uccide le proprie vittime mediante strozzamento e con armi da taglio.
Ciò che prevale nella personalità dell’uomo è un profondo narcisismo e una spiccata mania per l’ordine.
«Il fatto è che sono troppo perfetto. Gli altri vedevano in me una persona sempre vestita bene, senza vizi. Non bevo, non fumo, sono pulito, ci tengo alla mia persona. È stata anche questa perfezione a crearmi problemi».
Durante i colloqui con i periti afferma di essere una persona “speciale”, con problemi “speciali”, per cui ha bisogno di persone altrettanto “speciali” che siano in grado di capirlo. Chiatti non ha confessato perché ormai alle strette, bensì per la voglia di emergere, di rivendicare il proprio delitto perfetto (quello di Simone) nei minimi particolari.
La personalità del killer
In Chiatti non sono presenti sensi di colpa e rimorso; parla con estremo distacco dei delitti e considera le proprie vittime non come persone ma come cose da tenere in considerazione soltanto se funzionali al soddisfacimento dei propri interessi.
Così come per molti altri assassini seriali, l’uomo raccoglie “trofei” che gli possano ricordare la vittima rivivendo così l’eccitazione del momento dell’omicidio (il geometra di Foligno rubò dalla tomba la fotografia di Simone).
Infine la mania per l’ordine è un altro indicatore. Ordinata appare dalla sua abitazione dove, visitata dalla psicologa che ne ha seguito il caso, “ogni cosa è talmente a posto che lo spazio sembra inanimato”.
Luigi Chiatti il 4 Marzo del 1997 in Cassazione è stato condannato a 30 anni di reclusione e ritenuto semi-infermo di mente.
Dr. Marco Arnesano
Sociologo-Criminologo
Esperto in Scienze Forensi
Esperto in tecniche psico-pedagociche, sociali e giuridiche
di Marco Arnesano