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“Festeggiare Halloween è rendere un osanna al diavolo, il quale, se adorato, anche soltanto per una notte, pensa di vantare dei diritti sulla persona”, disse padre Gabriele Amorth

A differenza della tradizione tipicamente americana, in Italia, la notte di Hallowen racchiude storie di occultismo e leggende che hanno condizionato il popolo italiano. In Sardegna questa festa è conosciuta come “Is Animeddas”, “Su mortu mortu”, “Su Peti Cocone”, “Su Prugadoriu”, a seconda delle zone, ed è una tradizione antichissima che prevede anch’essa di andare per le case a chiedere del fare del bene per le anime dei morti, così come in Puglia e in tanti altri posti in Italia.

Morte sulle sponde del lago

Spesso, la cronaca degli ultimi anni ha raccontato tristi eventi  legati a questa notte colorata di nero tanto da indurci, senza volerlo, quasi ad “attendere” un evento del genere. Forse sedici anni sono pochi per sentirsi donna; forse sedici anni sono pochi per avere il permesso di vivere la notte; sicuramente sono pochi per morire da soli sulle fredde rive di un lago.

Gli accertamenti medico legali eseguiti dal prof. Stefano Moriani presso l’istituto di medicina legale della Sapienza di Roma, affermano, senza mezzi termini, l’assenza di segni di violenza sul corpo della giovane Federica Mangiapelo, ritrovata cadavere in località Anguillara, sulle sponde del lago di Bracciano, la mattina del 1 novembre da un ciclista di passaggio alle prime luci dell’alba.

Purtroppo, per avere un quadro realmente completo si dovrà attendere l’esito degli esami istologici e tossicologici che potranno ad esempio confermare o escludere la presenza di alcol o droghe nell’organismo della ragazza. Federica non è annegata, non era ubriaca, non è stata trascinata, non ha lottato e non ha subito violenza sessuale: allora cosa è accaduto?

Quel mistero sulla battigia

Sembra quasi aver scelto  quel lago desolato per addormentarsi e morire sotto la pioggia. Tra le poche certezze di questa strana morte nella notte di Halloween vi è la parziale ricostruzione delle ultime ore di vita.

La ragazza aveva partecipato ad una  festa,  presso uno dei locali che si trovano attorno al lago ma, un vuoto di circa due ore, dalle 3.00 alle 5.00 (ora presunta della morte), lascia gli inquirenti brancolare nel buio. Il giorno successivo al ritrovamento, quasi un obbligo, l’iscrizione nel registro degli indagati della procura di Civitavecchia del fidanzato Marco Di Mauro, ultima persona a vedere Federica in vita.

Importanti accertamenti verranno dall’analisi dell’autovettura guidata da questo ragazzo che, secondo gli inquirenti, probabilmente, non ha detto proprio tutto su quella tragica notte durante le 11 ore del primo interrogatorio.

Saranno cinque gli ulteriori incontri con il ventitreenne e molti di più i punti su cui si fondano i dubbi degli inquirenti sui racconti a volte discordanti, primo tra tutti il senso dell’sms mandato poco dopo le 3.00 del mattino sul cellulare di Federica ormai spento: «Sono tornato a prenderti, ma tu non c’eri. Perchè te ne sei andata?».

Occorre ricordare, infatti, che, secondo la testimonianza del giovane, confermata, pare, anche da alcuni suoi amici, Federica era stata lasciata viva al centro del paese intorno alle 3.00 del mattino per poi morire tra le 4.00 e le 5.00 nei pressi del lago che, però, dista 4 km, difficili da percorrere in così breve tempo a piedi.

I dubbi sul ragazzo  

Si cerca di spiegare razionalmente, domandandosi: perché Marco è tornato a casa con gli abiti bagnati e ha chiesto alla madre di lavarli? Perché la mattina successiva al ritrovamento pare abbia lavato la macchina, nonostante piovesse? E’ un caso che i Ris abbiano isolato nel veicolo di Di Mauro un tipo di sabbia compatibile con quella del Lungolago di Vigna di Valle?

Ambiguo il messaggio su Facebook lasciato nella notte della morte di Federica, quelle poche parole: «Abbiamo litigato». Un dato di fatto, perché scriverlo proprio alla diretta interessata, ovviamente consapevole? un po’ come scrivere ad un commensale dopo una cena “abbiamo mangiato”.

Non bisogna andare alla ricerca di tesi complesse, ma è opportuno partire da un punto di vista che, in primis, osservi e analizzi i soggetti in questione come due ragazzi di ventitre e sedici anni.

 Siamo di fronte ad un maldestro tentativo di avvalorare e far conoscere pubblicamente il suo alibi per quella notte? Salta fuori un testimone delle ultime ore, pronto a giurare di aver visto Federica camminare da sola, poco dopo le 3.00 del mattino del primo novembre, sotto la pioggia sul lungolago di Anguillara Sabbazia.

Secondo la testimonianza, non confermata né smentita dagli investigatori, la ragazza era diretta verso Vigna di Valle, cioè la località in cui, poche ore dopo, sarebbe stato trovato il suo cadavere. Cosa ha fatto quindi la sedicenne in quelle due ore? Ha forse incontrato qualcuno camminando sul lungolago di Vigna di Valle?

Le ragioni

Da spiegare se fosse vero, come hanno dichiarato alcuni amici, che la giovane aveva bevuto troppo alcol, il motivo che spinse Marco a lasciare la fidanzata a piedi, di notte, sotto la pioggia battente. Le indagini continuano, la lente di ingrandimento puntata su tutti i tabulati telefonici, in entrata e in uscita; si cercano eventuali oggetti appartenenti alla ragazza mai trovati sulla scena del crimine.

I carabinieri, comunque, hanno escluso che la ragazza sia stata trascinata da qualcuno o che sia scivolata da sola nel lago nonostante il braccio destro si trovasse in una posizione innaturale, tanto da far pensare, ad un primo approccio con il corpo, che si potesse trattare di una brutta frattura. Purtroppo, ad oggi, ancora troppi buchi nel fitto mistero che ha colpito Anguillara.

Si attendono, a breve, nuovi risvolti investigativi da analizzare alla luce dell’ufficialità dei prossimi riscontri diagnostici, cosi da poter avere un quadro più completo su questa morte calata silenziosamente dal nulla.

 

di Alberto Bonomo