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I numeri di uno scandalo italiano tra furberie e indifferenza

In questo mondo di ladri. Neanche nell’ipotesi più pessimista, quando Venditti incise questa canzone, avrebbe mai pensato che sarebbe stata usata per descrivere il Parlamento italiano nel 2012.

E mai il primo presidente della Camera del dopoguerra Giovanni Gronchi, nel 1948, avrebbe potuto immaginare che sarebbe stato uno slogan negativo per quello stesso Parlamento sessantasei anni più tardi.

Eppure tra un ddl anticorruzione che tarda colpevolmente ad arrivare e un elenco infinito di scandali legali che vedono come protagonisti i nostri rappresentanti politici, oramai le nostre Camere sono viste come un vero e proprio laboratorio di illegalità.

Un pò di numeri

In Italia, secondo l’Eurobarometer , il 67% dei cittadini crede che ci sia corruzione in Parlamento, un numero che mette paura se si pensa che – sempre secondo l’istituto di analisi della Commissione Europea – solo cinque anni fa la percentuale era al 44% e che la media continentale odierna è statica al 57%, ben dieci punti sotto il nostro grado di sfiducia.

E se la sfiducia è contagiosa (chiedere alle agenzie di rating finanziario per conferme), il pericolo non è solo che la nostra già deprimente percentuale non arresti la propria crescita, ma anche che nel resto dell’Europa, l’Italia venga vista come un Paese di ladri e corruttori.

Agli occhi dell’Ue, corriamo il rischio di diventare “uno Stato in cui si ruba, ma non si è capaci di fare una riforma contro la corruzione”, come ha sottolineato il vicepresidente del Csm Michele Vietti su Il Fatto Quotidiano.

Sempre il giornale di Padellaro, qualche giorno fa ha pubblicato cifre spaventose riguardo alla corruzione italiana, che brucerebbe ben 10 miliardi di euro all’anno dalle casse pubbliche, secondo un dossier di Legambiente, AvvisoPubblico e Libera, presentato dal fondatore di quest’ultima don Luigi Ciotti.

E come si può pretendere di estirpare dagli italiani malattie come corruzione ed evasione fiscale, quando gli esempi pratici seduti tra i banchi di Montecitorio e Palazzo Madama sono i primi a macchiarsene?

La cura

Se consiglieri regionali che guadagnano decine di migliaia di euro al mese non fanno nulla per tenere la fedina penale pulita, come possono chiedere a lavoratori part-time o disoccupati di comportarsi onestamente?

La sfiducia verso la nostra classe dirigente ci sta togliendo gli stimoli nel voler migliorare la nostra Italia e con lei noi stessi.

Vogliamo una politica di rappresentanza che davvero ci rappresenti, come dice la parola stessa e non un sistema che non tutela il cittadino. Per non parlare dei desaparecidos del Parlamento italiano, che prendono regolarmente lo stipendio dell’attività politica, senza mai o quasi mai farsi vedere alle camere, un altro dei tasselli che costituiscono il puzzle della nostra sfiducia.

La seconda parte di ottobre dovrebbe essere il periodo buono affinché la famosa legge anticorruzione venga completata appieno (senza cavilli o scappatoie delle quali il 67% degli Italiani non si stupirebbe) sperando che, fatta la legge, non ci sia l’inganno. E forse la percentuale comincerebbe a scendere e si smetterebbe di chiamarlo Parlamento di ladri.

 

di Luca Romeo