(foto fonte web)
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Ecco dove nasce il cancro del calcio

Ma siamo sicuri che il calcio sia davvero il gioco più bello del mondo? “Nino non aver paura di sbagliare un calcio di rigore” cantava De Gregori ne La leva calcistica della classe ’68, ma oggi, invece, tirare un penalty comincia a essere veramente pericoloso.

In Italia lo sport più popolare è ormai da due stagioni infangato nella ormai nota vicenda del calcioscommesse, uno scandalo che ha toccato diverse squadre delle categorie minori, ma anche qualcuna di Serie A, collezionando figurine di calciatori più o meno famosi, finiti in tribunale o, addirittura, per qualche giorno in carcere.

In pochissimi, però, in Italia sanno fin dove si è ramificato il cancro delle scommesse e quanto si è esteso lo scandalo, principalmente fuori dai nostri confini nazionali.

Il calcio che non ti aspetti, fra omicidi e strani suicidi

Non tutti conoscono le storie di illeciti sportivi che hanno cominciato a infangare il calcio giovanile, andando a corrompere atleti di quindici o sedici anni, soprattutto nel continente asiatico.

Un crimine che può fruttare capitali maggiori rispetto a quello che riguardava le categorie di punta come la Serie A, perché ormai molto più controllate e difficilmente penetrabili. Con i ragazzini, invece, i pericoli diminuiscono e gli introiti illegali aumentano.

A capire e impadronirsi di questo meccanismo prima di tutti, è stata la criminalità organizzata asiatica, che ha diffuso il modello nell’est Europa, fino ad arrivare anche in Italia, con presunte combine nelle categorie allievi e primavera, come riporta un’inchiesta di Repubblica del 19 ottobre.

Inevitabile quanto agghiacciante, il giro di vite che si cela dietro questo sporco valzer: secondo la Fifa, infatti sarebbero già quindici le morti legate al calcioscommesse in tutto il mondo, tra omicidi e strani suicidi.

Il caso più famoso è quello di Yordan Petrov Dinov, responsabile in Bulgaria dell’agenzia di scommesse SkySport365 e freddato a colpi di pistola dopo aver denunciato una combine nel campionato del suo Paese. Un omicidio in pieno stile mafioso.

Tornando a parlare di giovanili, è altrettanto spaventosa la fine di un allenatore ungherese, trovato morto suicida dopo essersi reso conto che i suoi ragazzi si erano venduti una partita.

E come non citare il duplice suicidio, in circostanze misteriose, di due giovanissimi calciatori coreani, al centro di un’inchiesta della polizia locale per scommesse illecite.

Si tratta di tre casi emblematici di come il mondo del calcio può deteriorare se stesso e chi lo pratica, fino a essere testimone di follie truffaldine, come la famosa partita amichevole tra Zimbabwe e Siria giocata addirittura da attori e non da calciatori professionisti.

Una sceneggiata che fruttò un sacco di soldi agli scommettitori dello Stato africano, con la malavita locale che teneva sotto scacco il capo della federazione calcistica.

Dimmi cos’è…

“Non è calcioscommesse, è calcio moderno”, riporta sempre Repubblica, trascrivendo un’intercettazione telefonica in cui un uomo cercava di convincere un ragazzino a vendere una partita, in Cina.

Calcio moderno o calcio malato, chiamatelo come vi pare, quello che un tempo era definito lo sport più bello del mondo sta sprofondando in un abisso che si sta scavando con le proprie mani, tra morti, corruzione e illeciti.

Alla faccia di chi – riguardo alla nostra Serie A – metteva la testa sotto la sabbia, affermando che il calcioscommesse fosse un piccolo affare di “quattro sfigati”.

 

di Luca Romeo