Il caso di Elisa Claps, la ragazza ritrovata il 17 marzo del 2010 nel sottotetto della Chiesa SS. Trinità, è a una svolta decisiva. Per la prima volta la Procura di Salerno ha deciso di autorizzare l’incidente probatorio per capire le dinamiche che hanno causato la morte della ragazza sedicenne uccisa nel 1993. Sono ormai molte le informazioni in possesso dei magistrati. La più rilevante di tutte riguarda le tracce ritrovate sulla maglia della ragazza.
Nello specifico si tratta di tracce di sangue e di saliva che col tempo si sono essiccate sull’indumento e dunque in grado di rivelare in maniera precisa a chi appartiene il Dna lì presente. Quest’ultimo corrisponde con altissimo grado di certezza a Danilo Restivo, il super imputato che sempre più assume i connotati dell’assassino della sedicenne scomparsa nel 1993.
Arriva infatti dall’Ert la certezza della presenza di Restivo sulla scena del delitto laddove perse la vita Elisa Claps. Se le tracce di saliva potrebbero in qualche modo essere ricondotte a eventuali approcci tentati da Restivo nei giorni precedenti la scomparsa della ragazza, nessun dubbio possono invece celare le tracce di sangue ritrovate. Quest’ultime indicano con certezza che l’uomo era presente mentre avveniva l’aggressione, la violenza e l’uccisione di Elisa Claps.
Ancora nulla è possibile dire in merito alla mano che ha attinto i colpi mortali alla ragazza e altrettanto riguarda l’identità di chi approfittò sessualmente della vittima. Le indagini svolte da ormai un anno portano a pensare che nel sottotetto più di una persona fosse presente.
Sono state infatti trovate tracce di Dna appartenenti ad almeno due uomini. Ma su di essi ancora si attendono informazioni utili a chiarirne l’identità. Da oggi in poi le attenzioni si spostano quindi interamente su Danilo Restivo, l’unico in grado di fare i nomi e di spiegare le dinamiche e le ragioni che hanno portato alla morte di Elisa.
Cosa è avvenuto nel 1993? Si è trattato di un tentativo di violenza sessuale nei confronti della ragazza finito male? L’assassinio di Elisa era stato programmato oppure si era concretizzato in seguito al rifiuto da parte di quest’ultima a concedersi? Inoltre bisogna considerare che Elisa giunge cosciente nel sottotetto. A dirlo è il pietrisco ritrovato sotto le suole delle scarpe della ragazza. Ma ciò vuol dire che Elisa stava giungendo a un appuntamento oppure che con la forza era stata obbligata a recarsi in quel luogo?
Si tratta di interrogativi a cui ancora gli inquirenti non hanno dato risposta. E’ soprattutto in base ad essi che la Procura ha deciso che dopo diciotto anni è necessario un incidente probatorio utile a ricostruire la dinamica dell’omicidio con gli elementi esistenti.
Non è dato sapere invece quando e se Danilo Restivo potrà essere estradato in Italia per un processo e soprattutto per un interrogatorio che, a questo punto, potrà svelare molti degli attuali misteri. Per ora Restivo è ancora in Inghilterra dove resta in attesa di giudizio per la morte di un’altra donna, la sua vicina di casa. Anche in quella situazione, come per la Claps, era stata tagliata una ciocca di capelli alla vittima.
Nel frattempo, la madre di Elisa ha avuto la possibilità di vedere le fotografie dei resti della propria figlia. Non bisogna infatti dimenticare che fra esami probatori e analisi dell’Ert resta la certezza del dolore di una famiglia che ancora oggi non ha modo di leggere la parola “fine” di una tragedia che dura da quasi vent’anni.
di Pasquale Ragone
(Articolo tratto dal settimanale “International Post”, 25.4.2011)