Per ricordare il ventennale del fenomeno giudiziario “Mani Pulite” iniziato il 17 febbraio 1992, offriamo una lettura diversa dei fatti avvenuti. Di seguito vi è un brevissimo stralcio della deposizione di Bettino Craxi durante il processo Cusani, nel 1993. Quanto asserito da Craxi in quella sede è oggi poco ricordato se non per stralci relativi ad altri argomenti lì trattati.
Davvero il P.C.I. non ha mai avuto responsabilità nel sistema definito “Tangentopoli”? Quali erano i livelli di finanziamento del P.C.I.? Fu un errore non applicare per i dirigenti del P.C.I. la formula “non poteva non sapere” tanto usata invece dirigenti di altri partiti?
Di Pietro (DP): “On. Craxi, per quanto tempo ha rivestito la carica di segretario del P.S.I.?
Craxi (C): Dal 1976 al 1992, quindi per un lunghissimo periodo.
DP: […]Lei era al corrente se il P.S.I. negli anni abbia mai ricevuto denaro dalle imprese in modo difforme dalla legge sul finanziamento ai partiti?
C: Mi consenta di chiarire innanzitutto un punto: Né la Montedison, né il Gruppo Ferruzzi, né il dott. Sama, né altri, direttamente o per interposta persona, hanno mai dato a me direttamente una lira. Diversamente, tanto il Gruppo Ferruzzi che il Gruppo Montedison, hanno versato contributi all’amministrazione del partito da molti anni. Del resto Montedison e Ferruzzi non versavano solo al PSI.
DP: Questo è vero. Ci è stato riferito da molti.
C: […] Io sono sempre stato al corrente della natura non regolare del finanziamento ai partiti e al mio partito. […] In Italia il sistema di finanziamento ai partiti e alla attività politiche in generale contiene delle irregolarità e delle illegalità, io credo a partire dall’inizio della storia repubblicana. Si tratta di un capitolo che potremmo anche definire <<oscuro>> della storia della democrazia repubblicana.
Da decenni il sistema aveva una parte del suo finanziamento di natura illegale. E non lo vedeva solo chi non lo voleva vedere; e non ne era consapevole solo chi girava la testa dall’altra parte. [..] I partiti erano tenuti a presentare dei bilanci in Parlamento; i bilanci erano sistematicamente falsi. Tutti lo sapevano, ivi compreso coloro che avrebbero dovuto esercitare funzioni di controllo nominati dal Presidente della Camera. […] Né i partiti di opposizione contestavano i bilanci dei partiti di governo, né i partiti di governo contestavano i bilanci dei partiti di opposizione.
DP: Ma allora i partiti di opposizione che opposizione facevano?
C: Riferiamoci al maggiore partito di opposizione, il Partito Comunista Italiano, il quale non è mai stato un partito povero. E’ sempre stato ricco di risorse. Talvolta si aveva l’impressione che ne disponesse più del principale partito di governo (la Democrazia Cristiana, n.d.r.). Aveva costruito in Italia la macchina burocratica più potente e organizzata dell’intero mondo occidentale e per questo si avvaleva di un finanziamento che proveniva, o non proveniva del tutto, in gran parte da fonti illegali.
Erano contributi che andavano anche al maggiore partito di opposizione, a seconda delle convenienze delle industrie, dall’interno e dell’esterno. Dall’interno provenivano da tutti gli enti in cui erano rappresentati come minoranza, ivi compresa la metropolitana milanese che non è un’internazionale; poi c’era tutta una miriade di amministrazioni locali per così dire di <<tangentopolini>>; e poi c’era un grande flusso che proveniva dall’estero, dall’Unione Sovietica, dai Pesi del Comecon e del Patto di Varsavia, e che costituiva una delle voci principali del finanziamento al P.C.I.
DP: Tutto ciò lo dice perché ha dei documenti?
C: E’ tutta materia che si ricostruisce, basta scavare. Quando un giorno si apriranno gli archivi del KGB, che in questo momento per decisione del precedente Parlamento russo sono stati coperti dal segreto di Stato, molta di questa materia verrà alla luce. Tuttavia molta ne è già avvenuta e diciamo che di una parte di questa io sono casualmente venuto a conoscenza.
DP: […] Ha parlato del maggiore partito di opposizione. Ma di quelli minori cosa sa?
C: […] La verità è che i bilanci erano tutti falsi, o quasi tutti, quelli dei maggiori. C’erano dei bilanci <<aggiustati>> in qualche modo che non contenevano le risorse aggiuntive. E quindi nessuno aveva interesse ad aprire una polemica di questa natura. Ma non solo per i finanziamenti che venivano dall’estero, anche per quelli che venivano dall’interno.
DP: Cioè?
C: Ma scusi, qualcuno può credere che il ravennate Gardini, che aveva grandi interessi in Emilia o in altre località italiane e il cui gruppo aveva grande interesse in Unione Sovietica, non abbia mai dato un contributo al PC.I.? Faccio un esempio.
Sarebbe come credere che il Presidente del Senato sen. Spadolini, essendo stato dieci anni segretario del Partito Repubblicano Italiano, abbia sempre avuto un finanziamento assolutamente regolare; o sarebbe come credere che il Presidente della Camera, on. Giorgio Napolitano, che è stato per molti anni Ministro degli Esteri del P.C.I. e aveva rapporti con tutte le nomenclature comuniste dell’Est, non si fosse mai accorto del grande traffico che avveniva sotto di lui tra i vari rappresentanti amministratori del P.C.I. e i Paesi dell’est: non se n’è mai accorto? Cosa non credibile”.
di Pasquale Ragone
(Articolo tratto dal settimanale “International Post”, 5.3.2012)