Ultimamente Mara si era anche iscritta a un corso di arte in un’università della terza età e misteriosamente, pochi giorni dopo il tragico evento, sulla segreteria telefonica dell’ufficio in cui lavorava viene lasciato un messaggio: “Il mistero della morte di Mara, è legato alla sua adesione alla terza età”.
Le indagini in quella direzione però non porteranno a nulla. La Polizia Scientifica lavora assiduamente compiendo tutti gli accertamenti nell’appartamento, ma tutte le tracce appartengono alla vittima. Restano i dubbi sull’esatta dinamica dei fatti. La distribuzione delle macchie di sangue è molto strana. Ogni possibile spiegazione sembra creare nuovi interrogativi senza risposta, incoerenze logiche.
Viene dunque accusato dell’omicidio il padre della donna. Mario Calisti all’epoca dei fatti ha 74 anni e sarà ovviamente indagato nelle fasi iniziali delle indagini come atto dovuto ma presto scagionato giacché non emergerà nessun elemento a suo carico. Il magistrato, Antonella Duchini, che subentrerà nelle indagini, giungerà presto a una nuova ricostruzione dell’accaduto. Emerge infatti un fatto interessante.
Secondo le nuove perizie, la ferita subita da Mara avrebbe causato il collasso della donna in 40-60 secondi. Così, il pm Duchini ritiene inverosimile l’intera deposizione del padre. Non sarebbe verosimile che in così poco tempo la donna abbia potuto camminare fino alla camera del padre, svegliarlo e avere la forza e il tempo di dire quelle poche parole.