(foto fonte web)
(foto fonte web)

Prima che iniziassero gli ultimi europei di calcio in Ucraina, e anche durante questi, su internet e sugli altri media imperversava una “notizia” (le virgolette sono necessarie perchè questa non ha avuto conferme).

Durante i preparativi del torneo in Ucraina sarebbero state sterminate decine di migliaia di cani randagi, al solo scopo di nascondere agli occhi delle delegazioni europee, dei relativi giornalisti e dei tifosi e visitatori una realtà locale afflitta dalla diffusione del randagismo e più in generale dalla povertà del Paese.

Da tale notizia scaturiva un invito al boicottaggio degli europei. Tale massacro, come detto, non trova conferme attendibili.

Le foto dei cadaveri dei cani non chiariscono il luogo e la data dell’accaduto, per cui potrebbero essere state scattate in qualsiasi luogo e tempo. Non risulta che qualche giornalista si sia preso la briga di approfondire seriamente la veridicità della notizia, così ampiamente diffusa.

L’unica fonte era Andrea Cisternino, giornalista della Geapress, che aveva rilasciato un’intervista al “Il Fatto Quotidiano” dando il “la” al tam-tam mediatico. Comunque, di tutto ciò non si è parlato più da quando l’Italia ha battuto la Germania, confermando il fatto che la maggioranza degli italiani è molto più sensibile al calcio e alla nazionale, che ai cani ucraini.

Ciò potrebbe sembrare una cosa banale o di scarsa importanza, ma non lo è affatto. Questa “notizia” è l’ennesimo episodio di diffusione di massa di informazioni poco o per niente attendibili, che però influenza enormemente l’opinione pubblica. Di esempi ve ne sarebbero a centinaia.

Uno di quelli che mi è rimasto più impresso è accaduto durante le elezioni presidenziali americane nel 2004, o meglio, la settimana precedente (periodo notoriamente decisivo): all’improvviso appare un video di Osama Bin Laden, nel quale il terrorista minaccia gli Usa di un attentato “che avrebbe fatto impallidire quello dell’11 settembre alle Torri Gemelle”.

Per una settimana questo video è diffuso in modo massiccio su tutte le televisioni. Al termine della settimana, alle elezioni, la maggioranza degli americani (votanti), presumibilmente spinta dal timore suscitato dal video in questione, vota per Bush, il quale passa per essere il più coerente difensore degli Stati Uniti dal terrorismo.

Avrebbe vinto lo stesso se non fosse sbucato fuori tale video? C’è di che dubitare. In ogni caso Bush era dato per sfavorito. Passate le elezioni, dell’attentato minacciato non se ne è saputo più niente.

Tra l’altro in tale notizia c’è anche un’incongruenza. A pochi è venuto in mente che l’attentato dell’11 settembre non era stato preceduto da alcun comunicato minaccioso dei terroristi (chiunque essi siano stati) e non si capisce per quale motivo in questo caso abbiano invece provveduto a far recapitare tale video di Bin Laden.

A maggior ragione per il fatto che poi non c’è stato nessun attentato. A ciò si potrebbe aggiungere la bufala (poi riconosciuta ufficialmente come tale) delle armi di distruzione di massa che sarebbero state detenute dall’Iraq di Saddam Hussein. Bufala che però è servita a giustificare all’opinione pubblica mondiale l’invasione del Paese da parte degli americani e dei loro alleati (Italia compresa).

Venendo ai nostri giorni, viene da domandarsi quanto ci sia di vero nelle “notizie” che ci giungono sui veri o presunti massacri in Siria che sarebbero compiuti dal regime di Bashar Assad. Anche qui le fonti riportate dai nostri mass media sono molto generiche e tutte legate esclusivamente ai “ribelli” (tra l’altro generici, non meglio definiti).

Inoltre, chi mastica un po’ di geopolitica ha ben chiaro che il regime siriano (assieme all’Iran) intralcia gli interessi americani nel Medio Oriente.
Ognuno ne tragga le proprie conclusioni.

L’utilizzo da parte dei mass media di “notizie” con un forte impatto emotivo sulla popolazione è un dato di fatto. Poco importa quanto ci sia di vero in tali “informazioni”. L’essenziale è la reazione emotiva che queste suscitano sulla gente.

Anche quando capita poi che tali notizie vengano smentite -cosa peraltro frequente- la maggior parte delle persone dimentica facilmente di ciò, e continua a prendere sul serio l’informazione ufficiale, con il suo sensazionalismo.

A proposito, la storiella dei cani sterminati non è nuova: girò anche nel 2008 prima delle olimpiadi di Pechino.

di David Insaidi