Immersi in un tempo dove la velocità evolutiva di un determinato evento si sviluppa a ritmi irrefrenabili, vorrei riportavi indietro di millenni e raccontarvi episodi di sfrenata perdizione in balìa dell’oblio.
Terra arida e sconfinate distese di un territorio inaccessibile: questo è il paesaggio che si presenta ai nostri viaggiatori arrivati dal mare e in cerca di un nuovo nido dove coltivare la propria vita.
Accompagnati nel loro percorso da superstizioni e ricordi di momenti trascorsi, trovano come ideale comune la protezione di divinità che hanno riservato per loro un fato che li renderà immortali; tali resteranno per noi e per la nostra storia in quanto la loro cultura di origine, applicata a un terreno fertile, ha sviluppato un meccanismo di vita che ci porta qui a parlarne.
Grati agli dèi, sono sorti per tutte le colonie della Magna Grecia templi in onore di divinità femminili che rappresentavano la protezione per i luoghi di approdo e i punti di passaggio alle porte della città. Questa è una delle caratteristiche, di forma arcaica, che li distingue dalla madrepatria.
Tra le forme di aggregazione dell’antico mondo troviamo la partecipazione a culti in onore di divinità, rituali che prevedevano matrimoni sacri celebrati nei templi, orge sacre che propiziavano la fertilità dei campi, riti iniziatici e culti misterici a sfondo erotico.
Un aspetto curioso è il loro comportamento durante i rituali, uomini e donne che si offrono in un unico atto di sfrenata follia. I rituali erano di vario genere, dalle feste di primavera per promozione alla fertilità del terreno e del raccolto, alle cerimonie in onore di Dionisio, che in alcuni casi duravano per giorni (e qui un accenno al prossimo articolo che ci porterà a parlare dei rituali e all’organizzazione della religiosità pagana) ma soprattutto manifestazioni orgiastiche per poi arrivare al culto della prostituzione sacra.
Quanto quel mondo è davvero diverso dal nostro? Il viaggio che intraprenderemo ci aiuterà a rispondere alla domanda.
di Francesco Marino